Recensione, Thriller

GLI OCCHI DEGLI ALTRI

Titolo OriginaleI saw what you did
NazioneU.S.A.
Anno Produzione1965
Genere
Durata82’

TRAMA

Due ragazzine, rimaste sole in casa, fanno alcuni scherzi telefonici. Ma fanno l’errore di dire a un uomo che ha appena ucciso la moglie: “So cosa hai fatto e so chi sei”.

RECENSIONI

L'incipit, con tanto di mascherina per la soggettiva dello sguardo (il titolo italiano è comunque fuori luogo), anticipa un bel tocco di classe della sceneggiatura, quando si scambiano i ruoli da voyeur (alla finestra) fra vittima e assassino. William Castle, però, non è né Alfred Hitchcock né Robert Aldrich (da cui prende “in prestito” Joan Crawford): realizza un thriller decoroso combinato con la commedia adolescenziale ma non è tanto raffinato da, ad esempio, approfondire le tracce sotterranee di morbosità (la possessività dell'assassino e della Crawford, la curiosità delle ragazzine), di sadismo (scherzi telefonici compresi), dei primi desideri sessuali delle adolescenti (che fantasticano su di un incontro galante con uno sconosciuto). Il suo film, però, è uno dei capostipiti del sottogenere "minorenne sola in casa" e la frase "I saw what you did" del titolo originale (Ho visto/so cosa hai fatto) ha fatto il giro in molte altre pellicole. Peccato che a Castle interessi poco essere plausibile pur di raggiungere i suoi scopi, che sono l'effetto di tensione raggiunto con qualsiasi mezzo (il nonsense della ragazzina che continua ad aggirarsi intorno alla casa di Ireland; quello in cui chiama la polizia sapendo che l’assassino è lì ed è indeciso se attaccarla o meno; l’assassino che si accontenta di disattivare solo un telefono o di rincorrere solo una delle due ragazzine) e l'equivoco a sorpresa (l’inverosimile modo in cui John Ireland risponde al telefono: solo per far ingelosire la Crawford e servire l’intrigo). In questo senso, il “massimo” lo dà nel finale, in cui Ireland ha il dono dell'ubiquità: è, contemporaneamente, dietro la porta del garage e dentro la macchina. Degno di Ed Wood (aggiungendo uno sguardo in mdp della bimba nello sgabuzzino). Il personaggio di Andi Garrett è talmente ingenuo, sciocco e antipatico da far parteggiare per il killer. Un simpatico film finto come la nebbia, comunque dotato di buona suspense.