Commedia, Recensione, Sentimentale

GLI AMORI DI UNA BIONDA

Titolo OriginaleLásky jedné plavovlásky
NazioneCecoslovacchia
Anno Produzione1965
Durata90’

TRAMA

Andula, come altre duemila ragazze, lavora in una fabbrica di scarpe dove il direttore fa arrivare alcuni reduci per movimentare le loro serate. Andula cerca l’amore: ha un ragazzo che non si fa vedere da un mese e si convince ad andare a letto con un pianista, che poi va a cercare a Praga.

RECENSIONI

È l’opera che, presentata alla Mostra di Venezia e poi candidata all’Oscar come miglior film straniero, ha rivelato al mondo lo stile del regista ceco, a suo modo rivoluzionario ed emblematico del rinnovamento del cinema in quegli anni. Milos Forman, però, è con l’opera successiva, Il Ballo dei Pompieri, che graffierà davvero, fino al punto di dover fuggire dal paese e trovare fortuna negli Stati Uniti. Le sue pellicole in patria trattavano, bene o male, tutte lo stesso tema, con il disegno di una generazione giovanile allo sbando e il topos con cui irrideva e trasformava in allegoria il ballo come momento socializzante. L’ironia in quest’opera, figlia della commedia di costume, è molto legata al suo tempo, appare fisica, epidermica e meno ispirata di altre da quella qualità da Illuminazione Intima, titolo dell’opera d’esordio, dello stesso anno, del suo co-sceneggiatore e aiuto regista Ivan Passer: una qualità che indica quei momenti di intimità creati dallo sguardo della macchina da presa e dal ritratto dei personaggi. Passaggi bellissimi presenti anche qui, come quello in cui la protagonista sussurra le proprie confidenze all’amica a letto, come quelli che restituiscono la plasticità dei corpi dopo aver fatto l’amore, alla Godard o quelli che evocano la leggerezza e la libertà (segno di ribellione, ma intima) con cui è raffigurata una giovane in cerca d’amore.