GIRAVOLTE

Anno Produzione2001

TRAMA

Tre momenti di vita popolare romana collegati dalla presenza di Victor Cavallo.

RECENSIONI

Ad un certo punto vorresti uscire dalla sala, non ce la fai più, ma purtroppo sei al centro della "camera oscura", sbarrate le vie di fuga sia in diagonale che in orizzontale, e senti il desiderio di addormentarti come uno sforzo insostenibile: quindi ti tocca!
Un pranzo all’aperto in una baracca sotto il ponte di Testaccio con l’imprevisto di un tentato suicidio, il mercato di Porta Portese e un bar notturno in una Roma popolare, pasoliniana, dove il termine viene confuso per macchiettistico. Filo conduttore è Victor Cavallo alla sua ultima interpretazione prima della scomparsa prematura.
La quotidianità ripresa, di fronte alla quale sarebbe ingeneroso un paragone con le produzioni neorealistiche, può solo ricordare il peggior Tavarelli nei tentativi piatti di regia, ma pretenziosi quando la Spadoni attorno alla tavolata in riva al Tevere muove la macchina in modo circolare senza stacchi o negli esperimenti, mal riusciti, di piano sequenza nell’ultimo episodio.
Si lamenta la mancanza di una sceneggiatura più articolata e allo stesso tempo meno sfilacciata, l’interpretazione inadeguata della quasi totalità degli attori e una regia senza né capo né coda.; si salva solo lo stoico Victor Cavallo, nelle vesti di se stesso.

                         Mauro Ravarino