TRAMA
Jim Stark, appena trasferitosi a Los Angeles, conosce in una centrale di polizia due giovani arrestati come lui, Plato che lo adulerà e la Judy di cui s’innamorerà, fino ad affrontare l’altro pretendente Buzz in sfide contro la morte con l’automobile.
RECENSIONI
Capolavoro di Nicholas Ray (suo anche il soggetto che si svolge in 24 ore), pietra miliare di un nuovo genere incentrato sulle problematiche giovanili e opera-emblema dell’imperituro mito che circonderà la figura di James Dean (merito di Ray, che insistette con la produzione per scritturarlo). I teenager erano una nuova categoria sociale alla ribalta, nata con la comparsa del “tempo libero” e, in questo caso, Ray li rende protagonisti di un dramma esistenziale “senza causa” (ovvero obiettivo. Il motivo è dichiarato dai tre giovani all’inizio, in merito alle difficoltà con le figure parentali), operando un cambio sostanziale di prospettiva rispetto al film edificante che, sull’onda della cronaca in cui comparivano per la prima volta la delinquenza giovanile e il fenomeno delle bande, ancorava la devianza alle classi più povere o disturbi psichiatrici. A Jim Stark e compagni manca l’affetto/considerazione della propria famiglia, sono talmente divorati dal male interiore che, pur trovando amicizia e amore, sentono ancora il bisogno di flirtare con la Morte per sentirsi vivi o disperarsi nell’odio per la Vita (la “corsa del coniglio”, per messinscena coreografica e impatto emotivo, è memorabile: in originale “chickie run”, dove chi salta per primo è la “pollastra”). Opera maledetta non solo nelle componenti ‘scandalose’ dirette (per violenza, comportamenti sessuali e nichilismo) o latenti (l’omosessualità di Plato, la promiscuità figlia di mancato incesto di Judy): Natalie Wood, Sal Mineo e James Dean morirono tutti giovani e in circostanze tragiche; quest’ultimo, prima dell’uscita del film, proprio in un incidente d’auto. Ma opera anche eterna: per essere giovani e ribelli, da allora, s’indossano jeans e t-shirt bianca (ma Jim Stark aggiunge una giacca rossa e compone una polemica bandiera degli Stati Uniti). Notevoli lo studio sul colore di Ernest Haller, l’utilizzo del formato widescreen CinemaScope nella disposizione spaziale degli avvenimenti e altre soluzioni tecniche espressive del regista (la divisione del quadro di ripresa alla centrale di polizia; la soggettiva della madre di Jim, prima rovesciata poi con rotazione di 180°). Lo stesso Ray lo considerava il suo film migliore, ma non era del tutto soddisfatto della matrice sentimentale del finale e delle scene immediatamente precedenti tra i genitori, il ragazzo e la ragazza.
