Drammatico, Recensione, Thriller

GIOCHI DI POTERE

Titolo OriginaleBackstabbing for Beginners
NazioneU.S.A., Danimarca, Canada
Anno Produzione2016
Durata108'
Sceneggiatura
Tratto dal libro autobiografico "Backstabbing for Beginners: My Crash Course in International Diplomacy" di Michael Soussan
Fotografia
Montaggio

TRAMA

Michael Sullivan, giovane figlio di un diplomatico ucciso quando lui era ancora un bambino, sogna di entrare nel mondo dei rapporti internazionali. Il suo desiderio si realizza quando ottiene l’incarico di coordinare il programma “Oil for Food” gestito dal sottosegretario delle Nazioni Unite Pasha. Dopo l’invasione da parte delle truppe americane dell’Iraq Michael si deve confrontare con una molteplicità di problemi conoscendo inoltre sul campo un’interprete di etnia curda di cui si innamorerà.

RECENSIONI

Per la sua prima co-produzione con gli Stati Uniti, il regista danese Per Fly (qui anche co-sceneggiatore) rievoca la vicenda dello scandalo che colpì il programma Oil for Food, istituito dalle Nazioni Unite e attivo dal 1995 al 2003. In breve, il piano consentiva all'Iraq di vendere petrolio in cambio di aiuti umanitari (cibo, medicine e altri beni di prima necessità) destinati ai civili, colpiti dalla Guerra del Golfo e dalle pesanti sanzioni che ne seguirono. All'interno di questo fragile sistema si formò ben presto una sempre più vasta rete di corruzioni e abusi che coinvolse perfino alti funzionari delle Nazioni Unite.
Nell'adattare l'autobiografia di Michael Soussan (il diplomatico dell'Onu che nel 2003 si rivolse al Wall Street Journal per denunciare le sue scottanti scoperte sulla corruzione interna al programma Oil for Food), Per Fly si muove prevedibilmente entro le tipiche coordinate del film di denuncia, entrando nella storia politica di quel periodo con una chiarezza da manuale scolastico. Un punto di forza certo, ma anche un limite non da poco. Mentre la regia si limita ad accompagnare una sceneggiatura cristallina, che cerca invano la profondità nella schematica ricostruzione di un artificiale rapporto padre-figlio tra il protagonista e il suo capo (Ben Kingsley), il racconto scorre con un andamento controllato e tutto sommato piacevole, ma senza mai pungere veramente. Non sono ammesse ombre in Giochi di potere: tutto è sempre evidente, tutto si muove in superficie. Per Fly vola basso, non sbaglia nulla perché non rischia nulla e confeziona un prodotto decisamente dignitoso, ma privo di qualsivoglia ambizione che non sia quella (comunque rispettabile, per carità) di fornire agli insegnanti un comodo supporto alla didattica.
Insomma, quello dal thriller politico alla lezione espositiva (seppur mediamente coinvolgente) è un passo molto breve. Il cinema capace di scavare nella Storia, di far riemergere il passato per ammonirci e metterci in guardia sul presente, il cinema scomodo, quello che mette alla berlina i poteri forti e che è in grado di stimolare la mente e la coscienza dello spettatore, il cinema capace di supportare inediti punti di vista su un'importante vicenda di cronaca con un linguaggio maturo, ingegnoso e consapevole; ecco, quel cinema lì sta proprio da un'altra parte.