TRAMA
“Chili” Palmer è uno strozzino della malavita che, a Los Angeles, conosce per caso un produttore di Z-movies e gli propone un soggetto sulla sua vita: mancano i finanziamenti e vari gangster danno ad entrambe la caccia.
RECENSIONI
Tutti possono fare del cinema, e le luci del mondo dello spettacolo faranno brillare gli occhi anche al più incallito gangster: il protagonista, infatti, è uno strepitoso John Travolta, usuraio inflessibile ma gentile, sfegatato cinefilo che ama Un dollaro d'onore e conosce a memoria L'infernale Quinlan. Se Sonnenfeld ridicolizza il mondo della malavita con gli amati toni grotteschi e caustici (senza rinunciare ai suoi sontuosi plongée), c’è posto anche per tanto metacinema, ricco di riferimenti, camei simpatici (Penny Marshall, Harvey Keitel, Alex Rocco, lo stesso Sonnenfeld, l’Ernest ‘Chili’ Palmer che ha prestato il nome al protagonista e Ben Stiller, ma solo nella versione laserdisc) e, a livello di sceneggiatura (del capace Scott Frank), un curioso lavoro di work-in-progress: la storia di “Chili” non ha ancora un finale, mentre se ne progetta la trasposizione cinematografica. Il racconto, tratto dal best seller di Elmore Leonard, è una gustosa e intricata commedia gangster, giocata molto sugli entr’acte e gli incastri inaspettati, mentre l’impostazione è un palese tentativo di sfruttare l’allora di moda “Formula Tarantino” (autore, per altro, molto legato ad Elmore Leonard), con i malviventi simpatici, le gag della violenza, i dialoghi logorroici e le situazioni costruite sul filo dell’assurdo. Non travolgente, ma senz’altro divertente, è un’opera ricca d’idee e buffonate (la faccia di De Vito “as Napoleon” sui cartelli pubblicitari), apprezzabile per i rischi che si prende nella sua strampaleria. Interpreti sopraffini: Dennis Farina in primis, a seguire Travolta (favolosa la sequenza finale in cui si volta e ha il volto di Harvey Keitel!), per ultimo Gene Hackman, forse perché quella dentiera finta è così posticcia...