Western

GERONIMO

Titolo OriginaleGeronimo: an american legend
NazioneU.S.A.
Anno Produzione1994
Genere
Durata115'

TRAMA

1885: la prima resa e poi la fuga dalla Riserva di un grande capo indiano.

RECENSIONI

Se tutta la filmografia di Walter Hill può essere letta in chiave di cinema di frontiera, questo è un anonimo e pleonastico ritorno, dopo ben quattordici anni, al western “puro”. Lo sceneggiatore John Milius, nell’intento di rivalutarla, mistifica all’eccesso opposto la figura storica di Geronimo, cavalcando l’elegia, la retorica, un impianto narrativo pedestre e un molesto zelo “politically correct” nei confronti dei pellirosse: la voce fuori campo d'un giovane testimone delle vicende ne garantisce la veridicità; il personaggio filo-indiano permette di apprezzare la natura amabile dei pellirosse; le misure della loro crudeltà sono prese alla luce d'un circolo vizioso iniziato dai bianchi; i dialoghi ossequiano la loro lingua originale (Balla coi Lupi docet); gli indiani d’America finiscono con l’assomigliare agli ebrei messi nei campi di concentramento (le riserve) dai nazisti; i pochi uomini d’onore fra i bianchi sono stigmatizzati dal generale tutto d’un pezzo, capo spirituale della controparte (Gene Hackman). Il regista (che ha avuto animate discussioni con Milius sul set), s’adegua alla elementarità ideologica e drammaturgica, la scambia per pregnante classicità, vi conforma i propri stilemi e fa rimpiangere il piglio epico/surreale del suo I Cavalieri dalle Lunghe Ombre che, sul perno emotivo di quel "Morire per essere liberi" pronunciato da Geronimo, qui farebbe faville. La pellicola, contraddicendo le intenzioni mitopoietiche di Milius, lascia morire la leggenda su di uno schermo piatto, e va a fare compagnia ai due cerei progetti cinematografici precedenti (un “Geronimo” di Paul H. Sloane, 1939; l’altro di Arnold Laven, 1962). Milius lascia tracce del proprio talento nel disegno del personaggio interpretato da Robert Duvall, un guerriero indomito, beffato dal destino, che combatte e ammira il proprio nemico. Hill si lascia cullare (mentre dorme) dalle musiche di Ry Cooder e dalla magnifica fotografia negli scenari naturali dello Utah e del Moab.