Criminale

GANGSTER N°1

Titolo OriginaleGangster n. 1
NazioneGran Bretagna
Anno Produzione2000
Genere
Durata103’

TRAMA

Ora è il numero 1 della malavita, ma ‘Gangster’ scopre che il suo ex-boss, dopo trent’anni di prigione, è uscito: ricorda, allora, la sua ascesa a spese di quest’ultimo, quando lo invidiava e arrivò ad odiarlo nel momento in cui s’innamorò di una bella cantante.

RECENSIONI

 

Dopo The Acid House, lo scozzese Paul McGuigan “infila” nel rinomato, spesso iconoclasta e bizzarro genere gangsteristico inglese una vera pietra miliare, la cui forma sopravanza la materia (quasi) classica, ad eccezione della bella parte finale dove il rapporto psicologico fra ex-boss e arrivista scagnozzo si fa molto più complesso. Il regista, nel giocare fra presente e passato, sceglie di sostituire solo Paul Bettany con un altro interprete più anziano, Malcolm McDowell, perché avere nel cast l’Alex di Arancia Meccanica gli permette un rimando non da poco, dato che tutto il film, tratto da un dramma teatrale di Louis Mellis e David Scinto, è la soggettiva malata di uno psicopatico, non uno sguardo neutrale o amorale sulla malavita. Sono onnipresenti i suoi pensieri d’odio, violenza, rabbia anche ingiustificata: lo spettatore arriva a giudicarlo solo a partire da ciò che lo differenzia da chi lo circonda, da chi è capace di provare amore o di possedere un senso morale. McGuigan, poi, destruttura l’immagine e i registri in ogni occasione, virando al grottesco, all’oltremodo brutale, giocando anche di split screen e visioni “prismatiche”, mentre la musica di John Dankworth commenta in dis-accordo, la fotografia vira tutto in giallo, e l’iconografia creativa della regia si colloca fra la ferocia folle di La Furia Umana (il finale sui tetti) e il grottesco pop-pulp stile Trainspotting o Guy Ritchie.