Giunto alla dodicesima edizione il festival risente più che mai della crisi economica contemporanea ma affronta con dignità e coraggio i tagli al budget imposti in corso d’opera dalle istituzioni, in particolare dal Comune e da alcune fondazioni. Alla conferenza stampa di presentazione i direttori Giulietta Fara e Oscar Cosulich hanno ringraziato i tanti sostenitori sottolineando, però, la necessità di un riassetto con le istituzioni per poter continuare a esistere e operare nella città di Bologna. “Dopo 12 anni di successi del Festival“, dichiarano i due direttori, “crediamo siano maturi i tempi per un’inversione di tendenza. Non è possibile infatti che una manifestazione di questo livello debba sostenersi per più del 70% del suo già minimo budget sulla sponsorizzazione dei privati. È necessario, nei prossimi due mesi, capire assieme alle istituzioni, se il festival sia considerato o meno un valore irrinunciabile per la città“. Nonostante quindi un’edizione obbligata a contenere i costi (tangibile nella scelta delle location, suggestive ma non sempre adatte), e, di conseguenza, gli eventi, sono stati ugualmente tanti gli appuntamenti della ormai consueta sei giorni invernale di full immersion nel cinema d’animazione e nelle nuove tecnologie applicate all’immagine. L’inaugurazione è stata con il cinema in 3D, dall’anno scorso tappa fissa (e obbligata, dato il ritorno alla tecnica stereoscopica), con la presentazione dell’horror di Joe Dante The Hole. Serata un po’ sottotono a causa della folta nevicata che ha paralizzato il capoluogo emiliano rendendo piuttosto difficile raggiungere il centro della città. Ma le giornate successive sono state in progressiva crescita di spettatori, con un pubblico come al solito composto da frequentatori abituali, addetti ai lavori e tanti curiosi di toccare con mano, ma soprattutto occhi e cuore, il futuro prossimo venturo.
Due i Focus previsti nel fitto programma. Uno dedicato alla Motion Graphics, l’altro allo Stop-Motion. La Motion Graphics, letteralmente grafica in movimento, è uno degli strumenti più utilizzati dai giovani grafici e designer di tutto il mondo. Per molti sinonimo di animazione digitale o computer grafica, in realtà si differenzia per l’utilizzo di contributi girati dal vivo in programmi di montaggio e compositing che possono anche prescindere dall’applicazione di software di grafica 3D. A spiegare la non semplice disciplina, a un pubblico per lo più di addetti ai lavori, Mischa Rozema, il cofondatore della casa di produzione olandese Post Panic, l’artista inglese Rob Chiu (detto Ronin) e il designer Kai Christmann, che ha tenuto due lezioni sull’opera di uno dei pionieri della Motion Graphics, il grande autore di titoli di testa Saul Bass. Per il Focus sulla Stop-Motion, invece, la tecnica basata sull’animazione a passo uno, cioè fotogramma per fotogramma, sono intervenuti Allison Abbate, produttrice di film quali The Iron Giant, Tim Burton’s The Corpse Bride e del recente film a passo uno Fantastic Mr Fox, l’artista Osbert Parker e David Sproxton, cofondatore di Aardman Animation, la casa di produzione specializzata nell’animazione in stop-motion di plastilina a cui si devono, tra gli altri, Galline in fuga e Wallace & Gromit. Imperdibile, poi, il 3D Day, la giornata dedicata interamente al 3D in tutti i suoi risvolti, dalla produzione alla distribuzione senza dimenticare anche agli aspetti prettamente tecnici. Al riguardo non sono mancate alcune anteprime: Toy Story e Toy Story 2, recentemente adattati alla tecnica stereoscopica, in attesa del terzo capitolo previsto per luglio 2010, e i primi 56 minuti del nuovo film d’animazione Dreamworks Dragon Trainer, di Dean Deblois e Chris Sanders, nelle sale per Pasqua.
Tra gli eventi in grado di catalizzare maggiormente l’attenzione del pubblico di sicuro la presenza del premio Oscar Joe Letteri, Director di Weta Digital e Visual Effects Supervisor di Avatar, di cui ha presentato il making-of. Tra workshop, mostre (dovute alla contemporaneità con ArteFiera, la mostra mercato di arte contemporanea che si tiene ogni anno a Bologna in questo periodo), la presentazione delle serie animate apparse nell’ultimo anno in televisione (SeriesMania), i cortometraggi da tutto il mondo (Future Film Short), lo Spazio Kids dedicato a bambini e ragazzi, il fulcro della manifestazione è stato ancora una volta il Concorso Internazionale Lungometraggi, con dieci succulente anteprime assolute. La giuria, composta dall’illustratrice Francesca Ghermandi, dal musicista e scrittore Emidio Clementi e dal giornalista Nick Vivarelli, ha assegnato il Platinum Grand Prize, premio del Future Film Festival per il Miglior Lungometraggio d’animazione o con effetti speciali, al belga Panique au village, di Stéphane Aubier e Vincent Patar “per aver creato un film fresco che è un’esplosione di energia creativa dal punto di vista visivo, drammaturgico, e anche musicale. Con gran coraggio, convinzione e una cura appassionata nell’uso della stop-motion animation, i registi hanno saputo dimostrare che non servono sofisticate, e talvolta meccaniche, tecniche al computer per creare un mondo fantastico capace di sorprenderci, di stupire, e di farci riscoprire l’immaginario sconfinato, l’innocenza, la crudeltà, e soprattutto l’irriverenza dell’infanzia”. Una menzione speciale è stata assegnata al canadese Edison & Leo, di Neil Burns, “per l’originalità del racconto, la complessità dei personaggi, e gli alti valori produttivi di un film che ci offre un punto di vista indubbiamente inusuale su un personaggio storico, mescolando un tipo di estetica generalmente associata con film per bambini a delle tematiche assolutamente adulte.”
Nella conferenza stampa di chiusura, la felicità di avercela fatta nonostante le tante difficoltà incontrate e un monito dei due direttori:“ovviamente i miracoli si fanno una volta sola e non è pensabile di trovarci nuovamente in una simile situazione di emergenza. Ci auguriamo quindi di avere al più presto le dovute garanzie da parte delle istituzioni che ci consentano di lavorare serenamente con la qualità che ci ha sempre contraddistinto… sempre che si creda nel progetto Future Film Festival e lo si voglia mantenere nella città in cui è nato”.
_x000D_Da buon bolognese, affezionato alla manifestazione e fruitore fin dalla prima edizione di questa entusiasmante parentesi dal quotidiano, lo spero vivamente anche io.