Drammatico, Recensione

FOUR BROTHERS

Titolo OriginaleFour Brothers
NazioneU.S.A.
Anno Produzione2005
Durata104'

TRAMA

I fratelli Mercer si riuniscono per trovare l’assassino della loro madre adottiva, uccisa durante una rapina al supermercato. Decisi a vendicarne la morte, cominciano una lotta senza quartiere che li porterà a comprendere la profondità del loro legame.

RECENSIONI

Da un film di John Singleton ambientato a Detroit ci si aspetta una panoramica dei bassifondi a ritmo di hip-pop e, per una volta, nonostante le trite aspettative siano più che rispettate, il film appassiona e coinvolge. Merito di una sceneggiatura ben strutturata e di una regia graffiante che dosando i momenti dialogati, gli snodi della narrazione e le sequenze d'azione, riesce a infondere un ritmo non solo derivante dall'accumulo. L'inizio è subito col botto, poi la riunione dei quattro fratelli adottivi al funerale della madre combina con efficacia commedia e svolte drammatiche. Finalmente i personaggi, portatori di un punto di vista di dubbia condivisibilità incentrato su violenza e vendetta, non cedono al buonismo, ma si attengono alle premesse, tutt'altro che edificanti, date dall'ambientazione e dal grado sociale e culturale dei personaggi. Il film, pur facendo parteggiare gli spettatori per i protagonisti, non li trasforma in eroi, ma li mostra come vittime, tutt'altro che incolpevoli, di una società a cui non riescono e forse non possono aderire. Se i flashback con Fionnula Flanagan suonano un po' grotteschi e il finale arriva sbrigativo e poco plausibile, altri momenti di distinguono per il vigore della regia (l'attacco in massa alla casa dei quattro fratelli) e per l'originalità di alcune trovate (la resa dei conti sul lago ghiacciato). Nonostante l'improbabilità negli esiti degli scontri a fuoco regni sovrana, non tutto va secondo le aspettative e il copione mantiene un certo equilibrio nelle perdite tra le fazioni contrapposte in cui divide il racconto. Protagonista trasversale è la città di Detroit, non solo suggestione invernale ma determinante nell'ammantare di realismo la storia, oltre che simbolo di un'America che pare sempre di più sull'orlo del collasso. Nel cast di attori, perfettamente a proprio agio, si distingue, inaspettatamente, Mark Walhberg, per una volta in parte e non legnoso.