TRAMA
1943: un commando inglese deve fermare, in Iugoslavia, una spia nazista e l’avanzata di una colonna nemica. Ma i componenti vengono fatti prigionieri.
RECENSIONI
Passando dall’Egeo ai Balcani, ecco il seguito a lungo rincorso ma infine tardivo de I Cannoni di Navarone (uscito nel 1961): essendo trascorsi diciassette anni, i ruoli principali di Mallory e Miller, rispettivamente di Gregory Peck e David Niven, sono affidati a Robert Shaw (scomparso dopo la fine delle riprese) ed Edward Fox. Con il film di J. Lee Thompson, se non altro per risultati e apparenze di valori della produzione, ha poco a che vedere, se non la missione impossibile del solito commando (questa volta molto più inverosimile), e il romanzo del 1968 di Alistair MacLean da cui è tratto (alla lontana), paradossalmente nato da una sceneggiatura che lo scrittore aveva approntato per il seguito che, allora, non venne mai realizzato. Regia svogliata di Guy Hamilton, che forse crede di essere sul set di uno dei suoi 007 (il cast di reduci bondiani gli darebbe ragione), e cambio alla sceneggiatura (Robin Chapman al posto di Carl Foreman, anche produttore e autore del soggetto) che non giova. Rendono la visione mediamente passabile un minimo di spettacolarità e gli interpreti, compreso un Harrison Ford reduce dal set di Guerre Stellari e attori fuori parte come Barbara Bach e Franco Nero.