
TRAMA
In un motel del New Mexico, May vive con il padre in giornate sempre uguali: scombussola tutto l’arrivo di un suo ex-fidanzato e di una donna ambigua.
RECENSIONI
Dal dramma dello stesso Sam Shepard, Robert Altman trae una pellicola che dichiara figurativamente la fonte teatrale (lo stilema dei flashback annunciati dal cambio luci) e sa essere spossante, inficiata probabilmente anche dai non buonissimi rapporti sul set fra il drammaturgo e il regista. Pare esagerato, anche, il ricercato iato fra immagini e parola (perché il testo riflette sulla distanza fra reale e illusione). Il dramma di Shepard, infine, inneggia al “mentale”, allo stato di Motore Primo di ciò che crea il cervello: il testo è, di conseguenza, qualcosa di freddo, respingente e il regista ne approfitta per destabilizzare lo spettatore giocando fra percepito e indizi di verità. Altman di doti di messinscena nelle unità di tempo e luogo, chiuso in una stanza, e con medesimo rincorrersi fra presente e passato, ha dato un esempio ben più fulgido nel meraviglioso Jimmy Dean, Jimmy Dean (1982).
