TRAMA
Juan, Sonia e il loro neonato si trasferiscono in una villa fatiscente presa a basso costo: attraverso il baby monitor, Juan inizia a vedere una presenza accanto al bambino. Crede sia un ladro ma, presto, si convince si tratti di un fantasma e ne diventa ossessionato, tanto che la moglie si allontana da lui.
RECENSIONI
Considerato l’episodio migliore dei sei approntati per la serie (che riprende quella omonima del 1966), è un piccolo gioiello di tensione psicologica con thriller Ai Confini della Realtà. Álex de la Iglesia e il co-sceneggiatore Jorge Guerricaechevarría rispolverano la fisica quantistica e il Paradosso del gatto di Schrödinger, facendo attraversare lovecraftianamente al protagonista la barriera che divide due mondi paralleli con invenzioni ingegnose (osservare la realtà attraverso gli infrarossi, agire sull’altra dimensione con nuove lenti per aprire una porta che non c’è). In modo altrettanto originale, almeno all’inizio, si concentrano più sulla paranoia di Juan che sull’evento occulto, per non cadere nei topoi della casa infestata da Ju-On (per quanto con variazione che sostituisce la reiterazione di un omicidio efferato del passato con uno futuro): al momento della manifestazione orrifica, però, gli spaventi sono assicurati (ad esempio, quando il protagonista vede dal monitor un uomo che lo assale alle spalle) e, figurativamente, funziona molto la convivenza di due realtà. Per quanto possa essere voluto, il personaggio di Juan è però troppo nevrotico e respingente, e la prova di Javier Gutiérrez in questo senso pare fuori misura. Altro appunto: il colpo di scena finale che, anche se prevedibile, poteva essere giocato meglio, soprattutto riguardo alla “conversione” della moglie che, senza soluzione di continuità (gli autori non hanno edificato passaggi precedenti per giustificarlo), chiede perdono al marito perché ora gli crede.