TRAMA
Un cowboy di rodeo del Montana corteggia la bella cantante di un saloon di Phoenix (Chérie), che però non vuole saperne di sposarsi.
RECENSIONI
Tratto dalla pièce di successo di William Inge (adattata da George Axelrod), contiene una delle interpretazioni più toccanti di Marilyn Monroe, sublime sia quando canta goffamente “That old black magic” nel locale davanti alla fermata dell’autobus, sia quando il suo personaggio rivela tutto il suo bisogno di protezione. La commedia sentimentale commuove proprio attraverso il disegno del suo carattere: un uccellino spaurito in mezzo ad un branco di lupi, un fiore nel fango, di cui s’accorge un altro animo semplice come lei, un rozzo cowboy, l’unico a trattarla con gentilezza, a farla sentire speciale. Perché, nonostante le sue performance canore nel locale siano generalmente ignorate, non significa che non meriti rispetto. Attraverso la figura del cowboy, lo spettatore arriva a sentirla, difenderla, valorizzarla: lo sguardo di riconoscenza che Chérie offre nel finale, nel tepore della giacca allungatale dal cowboy per il freddo, ripaga di tutto. Ed è tutto merito del regista Joshua Logan, che è riuscito a contenere ed incanalare la potenza cinematografica della protagonista e co-produttrice (insieme al nuovo fidanzato, il fotografo Milton Greene).