TRAMA
Dominic è un campione nelle corse clandestine di accelerazione: viene sfidato da Brian che, scopriremo poi, è un infiltrato della polizia che tenta di sgominare una banda che rapina camion.
RECENSIONI
Esiste un film omonimo, scritto e prodotto da Roger Corman, sempre con protagoniste le macchine sportive, del 1954: la pellicola di Rob Cohen, infatti, sembra la rivisitazione a (più) alto budget, allungata e che si prende troppo sul serio, degli hot-rod movie che impazzavano nei drive-in in quel periodo. Trampolino di lancio per il nuovo muscle-man del cinema d’azione, Vin Diesel, la pellicola è peggiore del precedente, simile e brutto Fuori in 60 Secondi di Dominic Sena ma è diventata un fenomeno di massa fra i teenager, con il suo slogan “need for speed”, e non certo per la presunta condanna delle gare clandestine (sono migliori alcuni dei capitoli fra i numerosi seguiti). Per quanto gli autori dichiarino di aver preso spunto da un’inchiesta sulla rivista Vibe, il tutto non fa che strumentalizzare spettacolarmente il fenomeno invece che denunciarlo, si muove su un’idea-spot-di impatto svolgendola senza alcuna pretesa, come Rob Cohen faceva in un’altra sua pellicola, The Skulls. Dopo questa plateale esaltazione delle gare all’inizio, il racconto segue una traccia poliziesca alla Point Break che non c’entra (più) nulla. Hip hop, garage e techno alla moda per accalappiare il target di spettatori giovanili.
