TRAMA
Nelle distese di fango del lago salato di Cipro sono sepolti ricordi, orrori della guerra, statue antiche portatrici di leggende, argille miracolose capaci di poteri curativi unici. Intorno – o anche dentro e sotto – al fango, ecco la storia di Ali, Temel, Halil e Aisha. In una Cipro ancora divisa, i quattro amici turchi vivono nel desiderio di riappacificarsi con il passato.
RECENSIONI
Il film vale per l’idea di fondo e per alcune situazioni visive di sicuro effetto: rendere protagonista il fango e caricarlo di metafore è uno spunto interessante e le sequenze girate nel deserto coi freaks che caracollano coperti, per l’appunto, di fango sono degne dello Jodorowski più ispirato e visionario. Il problema è che tutto il resto, in Camur, non regge e si alternano lungaggini, didascalismi “pacifisti”, troppo insistite digressioni sulla scultura senza che una strada definita e definibile sia mai imboccata (più o meno) “seriamente”.
