TRAMA
I sogni del giovane Ben sono popolati di voli nei cieli e di un dettagliato microchip che poi, da sveglio, prova a ricostruire con l’aiuto di due amici. Creano, così, una bolla elettromagnetica che permetterà alla loro astronave di esplorare lo spazio.
RECENSIONI
Per quanto Joe Dante vi sia affezionato, l’opera sconta la fretta con cui la produzione ne anticipò l’uscita, con il regista impossibilitato a terminare, come avrebbe voluto, montaggio e postproduzione (leggi: effetti speciali della ILM, trucco di Rob Bottin): il risultato, flop al botteghino ma con estimatori crescenti dopo la successiva uscita in homevideo, è fantascienza alla Spielberg diretta ad un pubblico di adolescenti, finanche puerile e schematica, che lambisce lidi ‘trash’ cormaniani per qualità della confezione. Come dire che i due "maestri" di Joe Dante cozzano l'uno con l'altro. Esordio per River Phoenix ed Ethan Hawke, numerose citazioni di genere, dirette (La Guerra dei Mondi, Cittadino dello Spazio) e indirette, con la navicella spaziale che ha il nome di una canzone di Bruce Springsteen (Thunder Road) e gli omaggi all’altro grande amore di Dante, i Looney Tunes.