Drammatico, Recensione

EXODUS (2007)

NazioneU.K.
Anno Produzione2007
Durata111

TRAMA

Cosa farebbe Mosè in una Gran Bretagna del futuro prossimo, con un padre adottivo di nome Pharaon, tiranno fascista e un popolo di diseredati in cerca della terra promessa? Le stesse cose del suo omonimo biblico…

RECENSIONI

Figlio illegittimo, ma con pretese di legittimità, del già indigesto I figli degli uomini, talmente prossimo al film di Cuaron che potremmo parlare di un nuovo sottogenere fantascientifico (il fantasy terzomondista), Exodus mantiene esattamente quello che promette: una didascalica esibizione di buoni propositi per palati non finissimi disposti ad accogliere positivamente il “messaggio”, o per meglio dire, il Verbo. Proiettando in una Gran Bretagna del futuro le vicende veterotestamentarie di Mosè, dal ritrovamento all’esodo, la regista non rielabora nulla: preleva da una contemporaneità “mediatizzata” alcune delle sue massime aporie (la condizione dei migranti, la montante xenofobia, il terrorismo, la difesa dei “valori” dell’Occidente etc), le ingigantisce e gioca di rimandi. Dunque, Mosè diventa figlio di una tzigana, viene adottato dal Megapresidente fascista orwelliano Pharaon (sic!), cresce sano e robusto grazie alla passione per le immersioni subacquee (sic, sic), uccide involontariamente uno sbirro e ripara nella Dreamland, sorta di grande bidonville dove vivono tutti gli emarginati (migranti poveri o folli). E là incontrerà esattamente colei che anche il più negligente dei frequentatori di lezioni di catechismo si aspetterebbe. Un’opera grondante retorica che dovrebbe servire da monito ma che adotta gli stessi mezzi e mezzucci dell’ideologia che vorrebbe stigmatizzare. Se a questo aggiungiamo una messa in scena dilettantesca e un parco attori sottratto ingiustamente a qualche teatrino di periferia, il disastro assume proporzioni inevitabilmente, bibliche.