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TRAMA
[Film non uscito nelle sale italiane]Un afgano viene arrestato dall’esercito americano e trasferito in un carcere di massima sicurezza. Durante il viaggio, l’uomo riesce a fuggire…
RECENSIONI
Dopo il sorprendente Quattro notti con Anna, col quale ritornava su alcuni temi a lui cari (casualità, onirismo, necessità), in Essential Killing Jerzy Skolimowsky cerca di essenzializzare il conflitto interculturale depotenziando, e marginalizzando narrativamente e nematicamente, le componenti sociali e storiche che ne sarebbero alla base. Il regista di Le départ dispiega, alla maniera di un frettoloso analista volgarizzatore, tutti i cliché della guerra al terrore nei primi cinque minuti, facendo pronunciare ai soldati americani frasi massimamente banali e già udite mille volte nel cinema di genere, questo al fine di chiudere subito il discorso sul contesto socioculturale, questione che evidentemente non interessa al regista. La morte dei soldati statunitensi, uccisi da un uomo senza nome e dallidentità in frantumi (resa da qualche flashback ritornante tuttaltro che esplicativo), segna linizio del progressivo slittamento semantico e formale da una dimensione storica (la guerra tra Occidente e Medio Oriente, limperialismo americano da un lato, gli attentati dei talebani dallaltro) a una dimensione ontologica, di un essere irriducibilmente ancorato al presente e alle necessità contingenti, senza più passato e senza più linguaggio. Fuggito simbolicamente dalla Storia, evaso dalla prigionia della parola (interrogatori e confessioni estorte sotto tortura), ma braccato dai suoi rappresentanti, luomo ripara in una foresta che è il luogo del primordiale.
Un ritorno al primitivo, alla natura, un passaggio dalla sopravvenienza (la guerra contro) alla sopravvivenza (per la vita) che cristallizza luniversale oltre i discorsi, le barriere, le identificazioni. Skolimosky arriva così alle autentiche radici del problema, non più storico ma atavico (selezione naturale?), ma anche alle fondamenta del genere (caccia alluomo), allessenza del Killing. Un racconto prosciugato, un plot ridotto allosso, una messa in scena talmente iperrealista da sfiorare lastrazione (il sangue rosso sulla criniera bianca del cavallo) e da infrangere certi tabu (il ritorno al seno materno). Il tutto illuminato dallenorme prova psicofisica di Vincent Gallo, presente dal primo allultimo minuto. Essential Killing verrà ricordato come lunico dei film premiati a Venezia 67 ad aver pienamente meritato i riconoscimenti ottenuti.