Hammer, Recensione, Thriller

ESCA PER UOMINI

Titolo OriginaleThe last page
NazioneGran Bretagna
Anno Produzione1952
Genere
Durata84'

TRAMA

Persuasa da un ex-galeotto, l’impiegata di una libreria ricatta il principale per molestie sessuali.

RECENSIONI

Il dramma teatrale di James Hadley Chase, sceneggiato da uno specialista come Frederick Knott (Il Delitto Perfetto), adesca, ben dosato nel mistero, nel disegno dei caratteri loschi ed infidi, nel gioco di sguardi e attrazioni, nei colpi di scena e/o beffe del destino. A funzionare meno sono gli interpreti, la loro direzione e la messa in scena di Terence Fisher, efficiente ed esangue, illustrativa e carente di cura del dettaglio. Diana Dors pare scimmiottare Marilyn Monroe ma il suo charme non va oltre le facce buffe; George Brent non sa decidersi fra il tipo oltremodo pacato, l'emotivo irrazionale e il marito affranto (non fa una piega alla notizia della morte della moglie). Alla povera Marguerite Chapman capitano le sequenze-chiave più tirate via: intuisce dove trovare l'assassino da un particolare che Fisher non s'era curato di sottolineare, resuscita due volte da uno strangolamento che, all'evidenza dei fatti e in base alla dinamica dell'omicidio precedente, non doveva lasciare scampo. Hitchcock avrebbe giocato con lo spettatore in modo più crudele, ingannandolo senza mostrare l'artificiosità dell'inganno, pungolandolo con il tema dell'innocente incastrato parallelo a quello del peccatore con la coscienza sporca, elevando la suspense a pezzo di bravura che basta a se stesso. Fisher non osa e non può chiedere tanto a se stesso, sa orchestrare le tensioni erotiche, illustra un racconto che fila liscio da solo, senza deludere troppo.