Commedia

ELIZABETHTOWN

Titolo OriginaleElizabethtown
NazioneU.S.A.
Anno Produzione2005
Genere
Durata123'
Sceneggiatura
Fotografia
Scenografia

TRAMA

La storia di amore inaspettato sullo sfondo di un divertente e complicato funerale che si svolge nel Kentucky. Un viaggio del cuore che dimostra come le cose più incredibili possano accadere quando meno ci si aspetta.

RECENSIONI

Il cinema piacione e superficiale di Cameron Crowe trova in ELIZABETHTOWN la sua quintessenza. Spacciato da Marco Muller come una delle commedie americane più divertenti degli ultimi tempi, il film fa scempio delle sue evidenti ascendenze (Cukor, Wilder, Edwards – non si sprecano neanche citazioni spudorate – Moon river compresa -) alle quali non sono estranei echi di PRIMA DELL’ALBA di Linklater (un altro genio), rivelandosi insopportabile riciclo di topoi e personaggi (Kirsten Dunst – bravina – ricalca la Susanna hepburniana; Orlando Bloom non si sa chi/cosa –ci- faccia) immersi in una colonna sonora invasiva (Crowe ha evidentemente sbagliato mestiere - era redattore di Rolling Stone -: non c’è scena che non sia preceduta da un “vai con la base!”) e fastidiosa, in una messinscena vacua e impersonale.
Cameron Crowe (ovvero: “dei danni permanenti degli anni 70”) dirige un film di rara prolissità [la versione festivaliera durava 133 minuti, ridotta a 123 per l’uscita in sala: ma l’ultimissima parte, quando tutto – dopo il monologo della Sarandon, balzano e trashissimo oggetto a parte – sembra giustamente chiudersi, suona come una lunga, impietosa co(n)da(nna) che non ci meritiamo] e spessore nullo, falso come Giuda, melenso e retorico, zeppo di bizzarrie calcolate, di uno humour nero come il nostro (l’umore, dico) una volta usciti dalla sala, privo di qualsivoglia sottigliezza nella descrizione della provincia americana, in cui senza misura tenta di conciliare toni brillanti e drammatici e che se ha un merito è di decretare indiscutibilmente la totale mancanza di talento-appeal di Orlando Bloom, cui ogni doppiatore, in qualsivoglia lingua, farà domani un grosso favore.
Mi auguro che uscendo dal cinema, qualcuno si fermi a riflettere per un attimo, pensando: “Mi mancheranno quelle persone…” - Cameron Crowe
Come no.