TRAMA
La camera di un motel. Le parole di un sicario.
RECENSIONI
Dopo aver pubblicato un articolo scioccante sulle confessioni di un sicario, apparso su Harper's Magazine, Charles Bowden organizza, a favore della macchina da presa di Gianfranco Rosi, un'intervista al soggetto criminale. El sicario - Room 164 è solo questo: un uomo che parla continuamente, la testa nascosta da un velo nero, le mani che disegnano su un bloc-notes, che stilano elenchi, che producono schemi. La macchina da presa è semplice dispositivo di registrazione per un one man show raggelante: il sicario svela verità sottese, descrive con minuzia un mondo, narra del proprio mestiere, del proprio codice d'onore. Della propria quotidianità, delle pratiche di tortura. E, infine, di un tentativo di redenzione. Il fascino magnetico dell'abiezione fatto verbo, incarnato da un fantasma che, nel raccontare la prassi omicida, si fa uomo, raggiungendo il film di Rosi la dimensione del ritratto umano, insieme a quella dell'inchiesta. Con la costanza di uno sguardo mai invasivo, disposto a farsi colmare. E' la vibrante natura umana del male a rendere il film insostenibile.
