TRAMA
Roque si trasferisce a Buones Aires per frequentare l’Università dove incontrerà Paula ed inizierà ad interessarsi di politica…
RECENSIONI
Come ogni forma di seduzione anche la politica esercita sugli uomini il fascino irrequieto della possibilità di affermazione di sé all'interno del mondo, innescando parabole che toccano gloria e declino, intessute su equilibri precari e tesi, sfide costanti, conflitti e compromessi di diversa natura. Roque è un ragazzo come tanti e la sua storia si consuma unicamente al presente, nel desiderio di coltivare una carriera all'interno della vita politica universitaria di Buenos Aires. Senza concessioni al passato dal quale restiamo esclusi, Santiago Mitre delinea il profilo di uno studente comune (il titolo del film è indicativo nel suo essere generico), senza particolari tratti distintivi rispetto alla norma, lo espone alla tentazione del potere e lo lascia in balìa di questa fascinazione. Si osservano a distanza ravvicinata le strategie di manipolazione e l'operato del ragazzo, le sue scelte e le sue frequentazioni, che porteranno, dopo la rovinosa caduta, alla spontanea germinazione di una consapevolezza critica sul mondo e sui meccanismi che lo regolano. Per Roque la politica svela cinicamente la sua ambigua natura, rivelandosi un'affilata arma a doppio taglio: prima gli si offre come mezzo utile ad affascinare e sedurre Paula per trasformarsi, in un secondo momento, nel vero oggetto del desiderio per il quale lottare, sacrificando e sottomettendo a questo buona parte delle proprie convinzioni etiche. Mentre il percorso di formazione del protagonista procede di pari passo con la narrazione, la riflessione di Mitre si focalizza in maniera sempre più stringente sugli aspetti prettamente politici della vita del protagonista, arrivando a tracciare un parallelo tra il microcosmo politico universitario ed il macrocosmo dell'intera società argentina che gira a vuoto su se stessa incapace di reinventarsi, disposta solo a ripetere stancamente un esausto modello anacronistico di politica. A questa condizione fanno eco gli ambienti universitari, scenario di buona parte del film, presentati come giungle di manifesti, striscioni, slogan e volantini incollati gli uni sugli altri. Il protagonista si muove all'interno di questo claustrofobico labirinto di carta in cui le parole si sovrappongono caoticamente, smarrendo il loro senso originario e, con esso, la loro intrinseca connessione con la realtà. El estudiante porta avanti una lucida e disincantata riflessione sulla coscienza politica e civile dell'Argentina di oggi, avvalendosi di un registro stilistico sempre misurato in grado di assecondare il ritmo della narrazione senza che questa si paralizzi mai in rigidi schematismi. La limitatezza dei mezzi che Mitre ha a disposizione e l'utilizzo del digitale si dimostrano opportunità estremamente funzionali al taglio documentaristico che il film si propone di avere: si respira una maggiore libertà di movimento, una messa in scena leggera, capace, nonostante il peso del tema trattato, di svincolarsi dalle restrizioni e proporre una lucida riflessione sulla contemporaneità e sul senso profondo del cambiamento.