TRAMA
Una banda di fuorilegge compra le concessioni delle miniere da proprietari che poi uccide. Il figlio di uno di questi, chiamato Silver Kid, è aiutante dello sceriffo di Silver City che si innamora di una ragazza che è la sorella del capo dei fuorilegge.
RECENSIONI
Western di routine ma con delle attenuanti: la sceneggiatura di Gerald Drayson Adams (Il Tesoro di Vera Cruz) assurge ad eroe, soprattutto per mezzo della voce fuori campo, lo sceriffo di Stephen McNally che eroico non lo è per niente. Si innamora della donna sbagliata, si fida delle persone sbagliate, sospetta le persone sbagliate, mente sulla velocità con cui estrae la pistola (è chiamato ‘Lampo’) ed è ingiusto con i “buoni” (Silver Kid). La voce narrante non ci fa caso, continua imperterrita, inconsapevole di un paradosso che, comunque, non stride. Un’altra anomalia è costituita dalla femme fatale interpretata da Faith Domergue: entra in scena da assassina e, per tutto il film, recita la parte della dolce innamorata per abbindolare lo sceriffo. È curioso, anche, che tutti i personaggi indossino pittoreschi soprannomi: Lampo (Lightning), Silver Kid, Johnny Sombrero il villain, Zanzara (Dusty in originale), e cosi via. Dal canto suo, Siegel ci mette il ritmo senza fronzoli: azione senza tempi morti sin dalla prima inquadratura, a scapito anche della verosimiglianza (accadeva spesso nei suoi B-movies, se non dotati di sceneggiature di ferro), per svarioni sostenibili ad eccezione di un gesto assurdo nel finale (Zanzara che porta da sola il prigioniero ai banditi) e di comode dimenticanze (non spiegare perché i malviventi siano determinati a stabilirsi in città e ucciderne i tutori dell’ordine). Già nei primi film da regista, comunque, Siegel aveva un occhio particolare per i giovani ribelli-devianti, come Sombrero e Silver Kid: quest’ultimo è il suo tipico eroe, individualista che il sistema, anche ingiustamente, mette nei guai.