TRAMA
Il padre faceva esperimenti sui bambini rapiti per studiare lo sviluppo della personalità: lo psichiatra infantile Carter Nix, oggi, incontra Caino, il proprio fratello gemello psicopatico.
RECENSIONI
Brian De Palma torna al tipo di cinema che l’ha reso più distintivo, il thriller delirante che non frequentava dai tempi di Omicidio a Luci Rosse. Si clona, anche: i doppi sono il leitmotiv della sua filmografia da Le Due Sorelle a Vestito per Uccidere (in cui era sempre protagonista uno psichiatra) ma è sempre capace di sorprendere, depistare, confondere la proiezione malata con la realtà, per lasciare col fiato sospeso fino alla fine. Ama sin troppo perdersi in macchinosi e giganteschi labirinti, impegnarsi in piani sequenza strabilianti (notevole quello di circa cinque minuti con Frances Sternhagen), fare sfoggio di una conoscenza della grammatica cinematografica invidiabile, degna di e oltre (non in senso meritocratico) Alfred Hitchcock. Anche sceneggiatore, in questo caso riesce a unire la paura da thriller all'ironia sottile e beffarda, privilegiando la contorsione psicologica alla messinscena diretta della violenza (più implicita). La macchina da presa è instancabile nei suoi movimenti, il voyeurismo ha una forte matrice sessuale, il piano della realtà è allucinato come non mai, i colpi di scena sono continui e incuranti della plausibilità, gli inganni ai danni dello spettatore non si contano, giocando fra il sogno e la realtà, fra concretezza gemellare e disturbo da personalità multiple (i tre “ruoli” evidenti, cinque sulla carta, dell’ottimo John Lithgow). Ingiustamente considerato minore, anche e nonostante il montaggio rivisto per l’uscita cinematografica (il director’s cut è comparso nel 2016).
