Drammatico, Recensione

DETENUTO IN ATTESA DI GIUDIZIO

TRAMA

Geometra che ha fatto fortuna in Svezia, Giuseppe Di Noi torna in Italia con moglie e figli svedesi dopo sette anni, per passarvi le vacanze, ma viene arrestato, e non sa perché.

RECENSIONI

Potente, beffardo e spietato atto d’accusa al Sistema Giustizia: il grande Alberto Sordi presta la sua maschera tragicomica ad un percorso kafkiano, nelle maglie di una burocrazia che ripudia l’essere umano, condannato già prima del processo a subire spossanti trasferimenti, indifferenti interrogatori e agghiaccianti silenzi (Giuseppe non sa di cosa è accusato). Commedia in dramma o dramma in commedia che sia, il quadro è allucinante e annichilisce nell’impotenza di fronte alla spogliazione di ogni dignità umana del protagonista. L’idea alla base venne allo stesso Sordi dopo l’errore giudiziario che colpì l’anno prima il musicista (qui collaboratore nella colonna sonora) e presentatore Lelio Luttazzi, con un’esperienza raccontata in “Operazione Montecristo”: la sceneggiatura è affidata al “polemico” Sergio Amidei, quello de Il Medico della Mutua, e ad Emilio Sanna, reduce dall’inchiesta televisiva “Verso il carcere”. Riservano al protagonista un cognome inequivocabile (uno…Di Noi) e denunciano, fra i primi, le storture del nostro sistema carcerario (l’immaginaria Sagunto trova i suoi ambienti nel carcere di Procida).