TRAMA
Un piccolo villaggio tedesco, una giovane coppia che si ama. Lui conosce un’altra donna: è l’inizio di una passione che sconvolgerà tutto.
RECENSIONI
Presentato alla Berlinale 2006, Desiderio (ma la parola del titolo originale, sehnsucht ha un significato più ampio – ansia, tormento, nostalgia –: Per me, il “Sehnsucht” è probabilmente l’espressione di qualcosa di grande, nell’ordine di una forza positiva, creatrice, che alle volte ci mette di fronte ai nostri limiti e a ciò che è affine al sentimento della perdita, dice la regista) è un film che, muovendosi su tonalità minori, tocca corde comuni: la descrizione minuziosa delle situazioni, la naturale attenzione per il dettaglio (l’autrice viene dal documentario, e si vede) fanno sì che le implicazioni della vicenda emergano attraverso il semplice accostamento delle scene (la descrizione della quotidianità dei personaggi, dei loro gesti, delle loro abitudini) e degli scarni dialoghi, senza forzature.
Markus vive una storia d’amore quasi idilliaca con una moglie che conosce da quando era bambino e, dopo essere accorso sulla scena di un tentativo di suicidio di una coppia, riuscendo a salvare lui ma non lei, si sente un elemento estraneo piombato su un progetto altrui, la ragione del fallimento di esso. E’ un avvenimento che lo segna e lo cambia. Per la prima volta, quasi senza volerlo, tradirà la moglie ed ella, a distanza, sentirà lo strappo della perdita (il pianto improvviso alle prove di canto) in forza di un sentire tanto radicato in essa da diventare un richiamo e un allarme: anche il sesso diventa un gioco complicato (la lunga scena del primo amplesso tra marito e moglie dopo il tradimento è una potente dimostrazione di desiderio e ripulsa, incertezza e vergogna, l’estenuante cercarsi e respingersi che dice del cambio dei sentimenti in atto). La difficile convivenza dell’amore per la moglie e della nuova passione per un’amante che non riesce a lasciare portano Markus di fronte a una scelta estrema.
Gli avvenimenti che vengono riportati non ostentano collegamenti obbligati: in controluce la morte, che entra e esce dalla storia ed è un fantasma che aleggia su di essa (il suicidio iniziale, la caduta dal balcone dell’amante, il bambino che chiede cosa si prova da morti, il tentativo di suicidio di Markus). Alla fine, sorta di piccolo coro, i ragazzini del villaggio si raccontano la storia di Markus e sua moglie, riflettono sull’amore e su quanto si è disposti a fare per mantenerlo ma non ci dicono della scelta finale dell’uomo, non sciolgono il dubbio sul suo destino.
Esercizio di realismo, accentuato dall’ambientazione e dalle performance di attori non professionisti, credibilmente normali, Desiderio è un melodramma prosciugato, girato con lo stile scabro di un documentario (ma non mancando sequenze di chiara marca pittorica), di cui si apprezza lo stile composto e mai urlato, glacialmente indagatorio e scevro da ostentate intenzionalità.