
TRAMA
Il sergente di polizia losangelino John Spartan, detto “demolition man”, viene ibernato insieme al criminale cui dava la caccia, Phoenix: una punizione a seguito dei suoi metodi troppo duri. Viene “scongelato” nel 2032 perché, in una società ormai pacifista, le autorità non sanno come affrontare Phoenix, evaso nel frattempo.
RECENSIONI
Stallone chiede aiuto ad apparati scenici fantascientifici (vedi anche il successivo Dredd) per riproporre i suoi eroi Cobra: ci riesce con successo in questo divertente film d’azione proiettato in un futuro incubale orwelliano (quasi) alla rovescia, dominato dall’ingegneria genetica e comportamentale, all’insegna del noioso politically correct. Dirige l’esordiente Marco Brambilla, milanese trapiantato alla “scuola” pubblicitaria di Ridley Scott (si vede), che dimostra di non essere un mero tecnocrate nel momento in cui fa anche intelligente sarcasmo e, miracolo, sa tirare fuori l’ironia anche da Rambo (fatta la tara di battute troppo facili e le solite, ridicole frasi lapidarie). La sceneggiatura ha delle idee (il penitenziario con le ibernazioni, i due livelli urbani alla Metropolis) e un punto di vista, “acido” soprattutto con il trend salutista e le manie di fine secolo (le multe per le parolacce, il sesso solo virtuale, l’illegalità di tutto ciò che fa male, la mania dei jingles pubblicitari, il dilagare delle catene di ristoranti “Pizza hut”), certo sposando anche una vena che esalta la violenza e i metodi repressivi contro la criminalità, anche per servire la politica della star protagonista che, comunque, dà del “fascista” alle istituzioni e al loro totalitario controllo genetico-mentale. I nomi sono tutto un programma (Stallone è Spartan, Sandra Bullock è Lenina Huxley, il “grande fratello” di turno è il Dr. Cocteau, Snipes è la Phoenix-fenice che risorge dalle proprie ceneri), la rivalità di Stallone con Schwarzenegger confermata (storce il naso quando scopre che è stato presidente degli Stati Uniti), il villain-sadico di turno è efficace e spiritoso (Snipes, ossigenato, con consona recitazione da fumetto). Per il resto siamo nei territori di genere: caccia all’uomo, tanti fuochi d’artificio (produce l’esperto Joel Silver) e super-cascatori. Un videogioco brutale e spassoso, realizzato benissimo, con Sting che, sui titoli di coda, rifà la sua “Demolition man” e Stallone che, abile mossa pubblicitaria, prima dell’uscita del film ha fatto girare foto “non ufficiali” di un suo presunto (assente) nudo integrale nel film.
