
TRAMA
Matsubara e sua figlia si trasferiscono in un nuovo condominio. Eventi inquietanti si susseguono al suo interno
RECENSIONI
Splendido horror d'atmosfera, a metà strada tra il KINGDOM vontrieriano e lo SHINING di Kubrick, DARK WATER ipnotizza lo spettatore rendendo inquietante una semplice macchia d'acqua sul soffitto, il corridoio di un pianerottolo o un banale oggetto rinvenuto per terra. Il regista costruisce intorno alla madre e alla figlia protagoniste della vicenda, una rete fitta di turbamento, gioca con le visioni e col passato che ritorna, utilizzando un repertorio abbastanza manierato ma riscattandone la convenzionalità con una pulizia di stile e un rigore encomiabili. Il celebrato regista di THE RING firma un'opera angosciosa e assai riuscita che difetta solo per il sottofinale completamente slegato dal resto del film e che suona stranamente posticcio. Una delle chicche di questa edizione.

Un fulmine a ciel sereno. Dopo anni di horror “cinematografici” (altra cosa è il mercato home video e “satellitare”) scialbi e standardizzati, o tediosamente “meta” (Scream docet), vedere su grande schermo un film davvero “pauroso” è stata una sorpresa davvero piacevole. La storia è una, se vogliamo, banale vicenda di fantasmi che infestano una casa, ma Nakata Hideo la prende terribilmente sul serio. E gli spettatori pure. Girato con grande senso della suspense, con sorprese da sobbalzo sulla poltroncina e vera inquietudine che serpeggia dall’inizio alla fine, Dark Water riesce in quello a cui gli horror occidentali hanno da tempo rinunciato (consapevolmente o no): fare paura. Splendida fotografia, con un’ottima qualità “tecnica” dell’immagine, delle luci e dei colori, buona recitazione e tensione alle stelle, con un crescendo magistrale e nessun calo. Molto molto bello.
