Horror, Recensione

DARK HOUSE

Anno Produzione2009
Genere
Durata85'

TRAMA

La casa dove 14 anni prima una donna uccise 10 bambini viene scelta per lanciare il progetto Dark House: un nuovo entertainment tra il videogame e il tunnel da Luna Park, con un gioco horror basato su un sofisticato sistema di immagini olografiche lungo tutta la casa, in un numero pressoché infinito di mostri e situazioni. Un gruppo di attori, tra cui l’unica ragazza superstite del massacro, viene incaricato di gestire gli ospiti alla presentazione ufficiale. Ma qualcosa non va secondo i piani.

RECENSIONI

La casa dei giochi non strega

Ennesima variante delle case infestate che prova ad accostare, purtroppo infelicemente, brividi e risate, mancando entrambi i risultati. I primi dovrebbero essere garantiti dagli assalti improvvisi che presenze ectoplasmiche, sotto forma di ologrammi, sferrano ai malcapitati attori e giornalisti che testano una casa, teatro di efferati omicidi, trasformata in attrazione turistica (l’unica idea del film). Il lato comico, o comunque grottesco (in ogni caso stridente), è invece affidato all’icona horror Jeffrey Combs (lo ricordiamo nel ruolo del Dott. Herbert West nel cult Re-Animator e relativi seguiti), costantemente sopra le righe, e ad alcuni eccessi splatter. Purtroppo nulla, però, risulta degno di nota: la regia centra alcuni buh! (pochi per la verità, anche se qualche salto sulla sedia è garantito) ma abusa di effettacci digitali, sberle sonore e qualche ripresa tra lo sghembo e il convulso. Ad abbassare il livello contribuisce una sceneggiatura piuttosto insipida, con personaggi bidimensionali, cattivi da operetta e svolte telefonate, che non riesce a combinare armoniosamente il trauma della protagonista, il Luna Park dell’orrore e le motivazioni dei giovani attori, ridotti a mera carne da macello. Colpo di grazia, poi, la recitazione inadeguata, tutta moine e gesti in sovrappiù, e la pochezza dell’apparato scenografico, con una casa piuttosto anonima che non diventa mai tetra magione. Imperdonabile, infine, il black out informatico con tanto di incursione fantasmatica sghignazzante all’interno del computer e virus a denominazione improbabile a rendere inutilizzabili i circuiti. Poco da aggiungere per un film incapace di creare tensione che pare concepito per saltare il passaggio nelle sale e finire direttamente nel cestone delle offerte in dvd.