Amazon Prime, Horror, Recensione

DARK HARVEST

Titolo OriginaleDark Harvest
NazioneU.S.A.
Anno Produzione2023
Genere
Durata96’
Sceneggiatura
Fotografia
Montaggio
Scenografia

TRAMA

1963: in una cittadina di campagna, ogni notte di Halloween, Sawtooth Jack sorge dai campi di grano e uccide i ragazzi. La gilda dei mietitori premia chi lo sconfigge e la sua famiglia. Richie Shepard, quest’anno, non vuole essere da meno del fratello che vinse l’anno precedente e, con una ragazza che gli piace, partecipa alla “gara”.

RECENSIONI

Per quanto tratto da un romanzo di Norman Partridge è, per immaginario e tipo di narrativa, puro Stephen King. Un essere da Grano Rosso Sangue o Nell’Erba Alta, un rituale pagano (con sacrificio umano) per la prosperità del raccolto: ambientato negli anni Sessanta, in un piccolo paese fuori dal Tempo e dallo Spazio, Dark Harvest restituisce al meglio lo spirito dei film horror iconici degli anni Ottanta. Si capiscono poco le coordinate del rituale stile La Notte del Giudizio (con cui ha non pochi punti di contatto: la notte di Halloween, fra omicidi, mattanze e sciacallaggio, tutto pare permesso) che, proprio per questo, diventa più inquietante. Le apparenze ingannano: i temi del protagonista che vuole emulare gli allori del fratello maggiore e quello del razzismo/maschilismo scompaiono di fronte alla prepotente allegoria del capitalismo (chi vince la gara ha un upgrade economico per sé e per la famiglia: ci si uccide l’un con l’altro, fra vittime del falso Sogno Americano) e dell’eroismo di Sistema mal riposto, con l’autorità (a qualunque titolo) che sfrutta e manipola a suo piacimento. Erano anni che l’orrore mainstream hollywoodiano non generava una maschera slasher meritevole di saga (il Mietitore-Spaventapasseri: Sawtooth Jack) e un film di potenziale culto per le sorprendenti dinamiche del racconto (fra cannibalismo, crudeltà dei patriarchi e ribaltamento degli stereotipi), con una sceneggiatura (Michael Gilio: anche autore, non a caso, del pregevole Dungeons & Dragons - L'onore dei ladri) che non fa il solito copia-incolla ma è pensante, a sé stante, coraggiosa nella ferocia e con gustose citazioni (i riferimenti ai Misfits, ad esempio, mentre il leitmotiv musicale è Since I Don’t Have You).