TRAMA
Boy, giovane vedovo, vive da solo nel deserto, in una zona in cui vengono effettuati test nucleari. L’arrivo di una matura coppia…
RECENSIONI
Uno degli eventi della Berlinale 2013 era il montaggio dell'ultimo film interpretato da River Phoenix prima della morte e mai concluso (l'attore mancò dieci giorni prima della fine delle riprese). Nonostante le resistenze della famiglia Phoenix, il regista riesce infine a portare sullo schermo la sua creatura monca (nell'incipit ci spiega le traversie del film), riempiendo i vuoti (poche scene mai girate) con fermo immagini in cui, con voce fuori campo, descrive quanto doveva avvenire nel frammento irrealizzato. Dark Blood è un brutto film, una classica produzione di serie B dell'epoca, che acquista interesse per motivi del tutto accidentali e a cui capita in sorte un'attenzione sovradimensionata che - fosse uscito regolarmente - non avrebbe certo ottenuto. Mal scritto, con un cast di attori allo sbando (Judy Davis gigioneggia senza posa, Jonathan Pryce cerca di dare sostanza a un carattere abbozzato, il povero Phoenix a far da elemento perturbante), è la storia di un (possibile) triangolo in mezzo al deserto, in cui si intrecciano dramma con venature esistenziali, violenze & gelosie, riflessioni ambientaliste. Ascoltare il regista, che negli interventi sui freezing frame cerca di dare sostanza alle motivazioni dei personaggi, arrampicandosi in considerazioni sulle loro psicologie (neanche avessimo a che fare con un film incompleto di Orson Welles e non con la modestissima cosa che questo lavoro denuncia essere in ogni secondo), conferisce al tutto la deprimente nota dello scult. Qualsiasi voto è inconcepibile.
