Fantascienza, Recensione

DANTE 01

Titolo OriginaleDante 01
NazioneFrancia
Anno Produzione2007
Durata82’

TRAMA

La stazione orbitante Dante 01 è una colonia penale per malati di mente. La nuova psico-biologa tenta su di loro esperimenti con la nanotecnologia e porta con sé un detenuto senza identità che i prigionieri soprannominano San Giorgio: muto, sempre sofferente, guarisce e resuscita.

RECENSIONI

Ormai del tutto sganciato dal compagno d’Arte Jeunet, Marc Caro affronta il suo primo lungometraggio en solitaire, senza rinunciare all’attore-feticcio Dominique Pinon. Si dà alla fantascienza adulta e cristologica, metafisica e lisergica: racconto e temi in sé non sono sorprendenti, la forma sì, claustrofobica, ipnotica, angosciante. Sin dal primo fotogramma, il regista immerge in un tappeto sonoro dove il commento musicale si confonde con i suoni di scena, in un universo figurativo dove inserisce le soggettive allucinate di Lambert Wilson/San Giorgio, fra raggi X, grandangoli e immagini sfasate. Poi occlude lo sguardo dello spettatore nei luoghi di prigionia, gironi infernali di violenza e follia, colorati lividamente con gialli e verdi. Pare pretenzioso il vezzo di chiamare tutti i personaggi con nomi biblici/mitologici/storici, da Persefone a Lazzaro, da Attila a Buddha, ma l’intento è proprio quello di creare un microcosmo dove possa tornare il Cristo Salvatore. Finché Caro governa (anche) il mistero sull’identità di quest’ultimo, l’opera è del tutto affascinante: perde colpi quando lo schematismo forza la mano con miracolo finale. Ma il vero miracolo lo ha fatto il regista nel portare a termine il film: non s’è perso d’animo nemmeno quando la produzione gli ha dimezzato il budget previsto. Ingiusto flop al botteghino.