Arti Marziali, Drammatico, Recensione

DANNY THE DOG

NazioneFrancia
Anno Produzione2004
Durata103’
Sceneggiatura
Fotografia

TRAMA

Glasgow: allevato fin da piccolo a combattere e a reagire come un cane, Danny è il micidiale braccio destro di un criminale che l’aizza contro i suoi debitori. Dopo un incidente, creduto morto il padrone, è raccolto da un accordatore di piani cieco e da sua figlia: gli insegnano l’amore.

RECENSIONI

Tipico script di Luc Besson quando è in vena di lirismi nell’action, stile Nikita e Léon. Il sodalizio con Jet Li (vedi anche Kiss of the Dragon) funziona e l’idea di fondo è felicemente bizzarra: più scontato lo sviluppo, che passa per la commedia (quando Danny trova casa e fa il cane bastonato, l’alieno, il bambino che non conosce nulla della vita) e il sentimento (leitmotiv: ‘Tratta un uomo da bestia, con violenza, e conoscerà solo quella; dagli amore e alla violenza rinuncerà’). Lode a Besson che, basandosi sempre e comunque su prodotti mercantili, ha creato una scuderia di registi professionisti e da esportazione: l’esordiente Louis Leterrier (New York Film University, gavetta sui set di Besson, video musicali) sa valorizzare le mirabili coreografie di Woo-ping Yuen senza rinunciare alla creatività dei movimenti di macchina e del montaggio e, manco a dirlo, Jet Li è sempre uno show-vivente meraviglioso. Notevole anche la fotografia di Pierre Morel, fondata su tinte unite, da fantasy, perché in fondo (come piace a Besson), il film è una favola morale e nera, fra Male e Bene, superpoteri e cuore. Grande anche Bob Hoskins, uso ai ruoli da gangster.