Horror

DAL TRAMONTO ALL’ALBA

Titolo OriginaleFrom Dusk till Dawn
NazioneU.S.A.
Anno Produzione1996
Genere
Durata95'
Sceneggiatura

TRAMA

Fratelli delinquenti con qualche omicidio alle spalle si dirigono verso il Messico. Sequestrano un camper contenente la famiglia di un vecchio predicatore senza più fede, per raggiungere un locale di camionisti e bikers in mezzo al deserto. Quando il locale si rivelerà un pericoloso covo di vampiri stringeranno alleanza per cercare di sopravvivere.

RECENSIONI

A dirla tutta, il sodalizio Tarantino-Rodriguez sulla carta lasciava sperare in qualcosa di più, e a guardarsi indietro ora non c’è molto da stare allegri, visti i deludenti risultati ottenuti da Four Rooms (anche se gli episodi dei due erano di gran lunga i più interessanti) e dall’insopportabile Desperado, sciatto remake di quel capolavoro de El mariachi, opera prima di Rodriguez entrato nella storia per essere in assoluto uno dei più sconvolgenti esempi di cinema no-budget. Ad ogni modo, “from dusk ‘till dawn” è senz’altro finora il prodotto meglio riuscito ad opera di questo simpatico connubio. Rodriguez dirige, Tarantino sceneggia e interpreta (magnificamente), al fianco di un insospettabile Clooney, un criminale psicopatico dalle marcate tendenze maniacali.
Il film è visibilmente e volontariamente scisso in due tronconi, una prima parte decisamente più tarantiniana e on the road (ottima la sequenza iniziale della sparatoria al distributore e quella all’interno del motel in cui un montaggio serratissimo cela in parte la visione di un cadavere, inatteso esempio di -falsa?- pudicizia), e una seconda che si risolve come una delirante e violentissima incursione attraverso i territori dello splatter-gore, citando a piene mani dalla tradizione del cinema horror di serie Z, finendo così per essere (almeno in questa seconda parte) un curioso esempio di B-movie ad alto budget.
Certo il gioco delle citazioni, dei rimandi e degli omaggi rischia di sconfinare presto nel gratuito, soprattutto per via della malsana overdose di violenza, ma Rodriguez riesce comunque a tenere ben salde le briglie del film, soprattutto attraverso un massiccio uso dell’ironia e del paradosso, artifici decisamente tarantiniani che allentano la tensione e furbescamente rendono accettabili a chiunque (chissà perché poi) massicce dosi di violenza.
Rodriguez, di tanto in tanto, non manca di giocare,  un po’ rudemente per la verità, con lo strumento cinematografico (visuale interna del bagagliaio, dolly che prosegue dopo che la macchina si è fermata), accentuando ancor di più la dimensione anti-naturalistica della fiction. Senz’altro qui dimostra comunque di possedere un certo talento visionario, soprattutto nella seconda parte del film, ma non solo. Attendiamo ulteriore prova, ma i meccanismi della distribuzione italiana sembrano non permettercelo, almeno per il momento…
Una discreta prova in buona sostanza, ma “el mariachi”, capolavoro ormai invisibile, resta comunque insuperato…

Partenza da Getaway! e thriller sanguinolento in stile Quentin Tarantino (attore, sceneggiatore, produttore esecutivo), pulp e satirico sugli orrori della società moderna. Approda, con folle cambio di rotta, ad un horror vampiresco, avendo come modelli La Notte dei Morti Viventi, (probabilmente) Azione MutanteDistretto 13: Le Brigate della Morte (citato dalla scritta sulla maglietta del ragazzino) e Le Colline hanno gli Occhi (la famiglia presa in ostaggio sul camper). Harvey Keitel è un prete che ha perso la fede e scende all’Inferno, il bravo George Clooney un cattivo da rivalutare alla presenza di un diavolo ben peggiore, Cheech Marin interpreta ben tre ruoli (la guardia al confine, Chat Pussy, Carlos), Fred Williamson parodia i reduci del Vietnam, Quentin Tarantino si diverte da matti a interpretare il ruolo di uno psicopatico paranoico maniaco sessuale che è tutto un programma. Rodriguez, invece, ritrova i luoghi natii del Texas e del Messico, le strade polverose, un "saloon" infernale, la sexy Salma Hayek impegnata in una danza con pitone e i suonatori El Mariachi. Cita a più non posso il cinema de-genere di cassetta (la blaxploitation di Fred Williamson, le arti marziali di Hong Kong con lo spumeggiante Tom-"sex machine"-Savini), flirta con l'estetica dei Supereroi armati in modo pittoresco (le idee migliori: il pistolone inguinale, la croce con fucile a pompa, il trapano con paletto anti-vampiro), infine visita lo splatter con spirito demenzial/epico, teso ed allo stesso tempo ironico, trash, non originale nei suoi ingredienti, ma esplosivo e atrocemente divertente nella miscela.