Commedia, Recensione

CUTIE HONEY

Titolo OriginaleKyûtî Hanî
NazioneGiappone
Anno Produzione2004
Genere
Durata94'

TRAMA

La dolce Honey Kisaragi viene abitualmente derisa dai colleghi di lavoro. Quello che gli antipatici colleghi non sanno è che Honey può trasformarsi in Cutie Honey, la sexy cyborg che combatte il crimine.

RECENSIONI

Rubbish Jam

L'eroina dai superpoteri con il cuoricino rosa shocking deriva dalla fantasia di Nagai Go, già autore dei celeberrimi Mazinga Z e Goldrake. Nelle mani di Anno Hideaki, considerato uno dei più creativi autori di animazione, la trasposizione filmica dell'anime conserva le caratteristiche gommose del cartone animato e diventa un'icona kitsch in cui tutto, dalla narrazione ai movimenti della macchina da presa, viene moltiplicato all'ennesima potenza. Per alcuni si tratta del migliore risultato della "pop art", per altri è spazzatura punto e basta. La verità, probabilmente, sta nel mezzo, ma è più vicina alla pattumiera che alla galleria d'arte. Se è vero che il grottesco compiaciuto alla base della pellicola a tratti diverte, è anche vero che le avventure della sexy eroina, contro quattro cattivoni in plastica, finiscono presto per stancare. Tutto è caotico, colorato, iperbolico, ma il più delle volte brutto. La voglia di giocare unisce il sakè con il karaoke e gioca con la torre di Tokyo, ma non si percepiscono intenti provocatori per dissacrare la cultura nazionale, solo un'urgenza di assemblare tutto l'assemblabile con uno smaccato cattivo gusto. Anche i generi si combinano tra loro senza soluzione di continuità, passando dall'horror alla commedia, dal poliziesco al musical, conservando sempre una solida base demenziale in grado di non far prendere mai nulla sul serio; tra l'altro riciclando un'estetica solo in apparenza innovativa, perché già sperimentata con successo nella televisione nipponica (e spesso criticata come contenitore vuoto). Non mancano poi la moralina spicciola (l'amore è il bene più grande e non si può sconfiggere), le frasi nonsense ("ho usato le anti nano-macchine"), le arti marziali, i sottintesi lesbo, la canzoncina "Pa-Pa-Papaya-Papaya-Pa", ma è tutto pura superficie. Lucida, digitale, ammiccante, ma così uniformemente esasperata da stimolare lo sbadiglio.