TRAMA
La prima storia, legata al piatto dei rognoni piccanti, ha come protagonista Lao Chen, un operaio licenziato per esubero, alle prese con la moglie che lo tradisce e con il figlio che finisce in una gang. Altro piatto, altro racconto: il pollo agli anacardi rimanda alla vita di Xiao Chen , un giovane regista in cerca di finanziamenti e mantenuto dalla ragazza che si prostituisce per lui. Il terzo piatto, composto da straccetti di carne al profumo di pesce, si collega, infine, alle vicissitudini di Da Chen, venditore abusivo di verdure,con moglie muta e un figlio per cui deve pagare le costose tasse scolastiche.
RECENSIONI
Tre pietanze, tre storie, una metafora
Il cetriolo incarna il dimenticato, una tradizione che a mano a mano subisce i cambiamenti socio-economici di un paese sempre più occidentalizzato. Il sistema di valori precipita nell’anemia, in un vuoto assoluto che ingloba il passato, lasciando lo spazio a uno sguardo passivo, inerme nel documentare un meccanismo irreparabile. Bene, fin qui la denuncia si vede, rincarata dalla presentazione di Zhou Yaowu che, causa censura, ha dovuto portare il film di sua mano, ma la sconfitta sta nel taglio, imbevuto del tipico minimalismo visivo che ricerca l’oltre dell’immagine. Processo plausibile, ma addomesticato da una piattezza e ritrattistica di scenario facile nel scivolare dalla soffusa ferocia alla spregiudicata ovvietà. Era di grande auspicio il meraviglioso movimento di camera iniziale, nel quale dalla prospettiva del singolo si abbracciava l’intero contesto metropolitano ma, vale a poco se si opta per un’amara caduta dell’ideale, autosufficiente unicamente per le parole emesse : “Preferisco McDonald!” (frase pronunciata dal figlio di DaChen).
