TRAMA
Frank, lasciati moglie e figlia a casa, affitta un camper con alcuni amici per andare a vedere un incontro di boxe. Finiscono in un quartiere malfamato e investono un ladro braccato da una banda di malviventi.
RECENSIONI
Parte come un Fandango su camper, fra amici a suon di cocktail “cuba libre”. Diventa un on-the-road alla Fuori Orario, dove l’uomo comune è colto al di fuori del suo habitat, nella crudele giungla metropolitana. Si trasforma, passando per Distretto 13: le Brigate della Morte di John Carpenter, in un tragico thriller d’inseguimento all’ultimo sangue in un quartiere fantasma, in un deserto di cemento immerso in luci gialle e blu angoscianti. Uno scenario surreale che rispecchia la sensazione dei quattro amici gettati in un’avventura apocalittica, nel peggiore incubo fuori della realtà, popolato da figure che a loro sembrano “aliene” (i barboni, i cattivi-cattivi) ma che, in realtà, sono “vere”, come si preoccupa di sottolineare l’intelligente sceneggiatura di Lewis Colick, che fa uscire il film dal mero territorio di genere nel contrapporre degrado e benessere, rimarcando l’assurdità di un’esistenza parallela e disumana a soli 10 chilometri dall’opulenza. In questo senso, è splendida la scena della contrattazione fra l’uomo-simbolo del capitalismo rampante, yuppie, egoista ed abile venditore (ma, stavolta, in vendita c’è la sua vita) e l’outsider che non ha nulla da perdere. È notevole, anche, la messinscena di Stephen Hopkins che, slegato dalle saghe (Predator, Nightmare) o dalle troppe convenzioni (Blown Away), firma probabilmente il suo film più convincente: scandaglia le relazioni psicologiche di fronte alla paura (e a se stessi: i veri duri mantengono la calma), racconta di topi in trappola come nel suo film d’esordio australiano (Giochi Pericolosi), usa efficaci-emotivi ralenti peckinpahiani e profonde le sue migliori qualità fra alta tensione, ritmo serrato, duelli, villain temibili, tracce umoristiche (è raro vedere qualcuno che insegue la polizia; la scena con il magazziniere ignaro che viene riempito di piombo). Messaggio sotto le righe: se avete una bella famiglia, state in casa. Un cult che non è diventato cult.