TRAMA
Da un fatto di cronaca: un poliziotto sposa una ragazza infantile e irresponsabile, che gli dà non pochi problemi pecuniari. Il corpo lo licenzia perché troppo “integerrimo”.
RECENSIONI
L'impossibilità di essere normali. L'una, segnata da un'infanzia dura, è troppo folle e irrequieta. L'altro è troppo ligio alle regole per essere ben accetto in un mondo ipocrita. Di John McNaughton tutto si può dire tranne che sia ipocrita: i suoi personaggi, la sua morale, il suo sguardo clinico abbracciano tutta la gamma di colori, infiniti e imperscrutabili come l'universo. La devianza da giustificabile si fa nichilista, proprio perché "Di fronte all'universo nulla conta". Sono copiosi i punti di contatto con l'opera d'esordio del regista, Henry Pioggia di Sangue: fra l'altro, questa coppia di Bonnie & Clyde ricorda, con inversione di sesso, quella lasciata amaramente nel finale di quel film di dieci anni prima. Ora sembra condurre una vita banale ma solo per un istante. La follia riprende il sopravvento e la romantica, decadente love story comincia a fondarsi su di un rapporto univoco: Penn (Ashley Judd) trasmette la sregolatezza al marito che non riesce a ricambiare con altrettanta "normalità", ricoprendo il ruolo di "vittima d'amore" segnata da un'esistenza troppo "stabile", invero da tipico macho/maschilista (ama le armi, le moto, la mogliettina casalinga…). La scena delle due pistole che si puntano alla tempia, però, è un grande atto d'amore. Nonostante, a tratti, McNaughton espliciti troppo i significati, riesce a disegnare un personaggio femminile indimenticabile, con Ashley Judd nel ruolo della sua vita (il suo viso da bambola è segnato da rughe di dolcezza e di durezza): fragile e pazzo, tenero e irritante, egoista e insofferente, sensuale e frigido. Connubi, spesso in ossimoro (come la poetica dell'autore), che sono magicamente "vivi" e credibili. Ragione e Istinto, come figure mitiche, diventano un Uno di follia e metodo (vedi le rapine "matematiche") e lo sguardo finale di McNaughton sul volto della folla di "normali" è desolante in confronto alla "vita vissuta" da questi antieroi.