CRASH TEST DUMMIES

Anno Produzione2004

TRAMA

Simulando incidenti stradali e persino emozioni….

RECENSIONI

Tutti i personaggi di questa pellicola austriaca, chi più e chi meno, appaiono incerti, confusi, spaesati. C’è forse qualcuno tra gli spettatori disposto ad insegnare loro a vivere? No? Sicuri? E allora teniamoceli così. I riflettori in questo caso sono puntati su una coppia di giovani rumeni, Ana e Nicolae, che finiscono in quell’Austria meno “felix” di un tempo (Haneke docet), con l’intento di raggranellare un po’ di grana attraverso un affare non particolarmente pulito. Ci sono di mezzo un’auto rubata e un’ungherese dall’aria loffia, così la storia molto presto si complica, e i due giovani rumeni sono costretti dalle circostanze a separarsi, finendo per vivere una serie di stralunati incontri. Il loro litigio sfocia per entrambi in nuove storie sentimentali, complessivamente insoddisfacenti sia per l’uno che per l’altra; e non potrebbe essere diversamente, considerando che l’Austria di Jörg Kalt appare un ricettacolo di soggetti strambi e frustrati, quasi la versione scolorita del dolente bestiario illustrato da Ulrich Seidl in Canicola. Qui c’è persino chi per lavorare accetta di fare la cavia umana nelle simulazioni di incidenti stradali! Da cui il titolo del film… Eppure le storie di Crash Test Dummies, invece di inacidirsi ulteriormente, si stemperano in un bozzettismo a tratti anche gradevole nelle sue venature umoristiche, nel contaminare il grottesco con il sentimentale, ma che alla fine dà l’impressione di non essere né carne né pesce. Rimangono alcuni punti fermi, fortemente rappresentativi di certe tendenze in atto nel giovane cinema austriaco e lodevoli almeno a livello di intenzioni: la coralità del racconto, l’attenzione per i vicini paesi dell’est, la presenza di personalità eclettiche come quella di Barbara Albert, qui interprete di uno dei personaggi e altrove attiva come produttrice o come regista, suo lo splendido Nordrand presentato a Venezia alcuni anni fa. Ma se proprio Nordrand, pur con la sua amarezza di fondo, presentava una differente temperatura emotiva che lo distanziava alquanto dal radicale e lucidissimo pessimismo di Haneke o dal sarcasmo di Seidl, questo Crash Test Dummies rimane un po’ ingenuamente a metà strada tra le varie soluzioni narrative e stilistiche che i suoi connazionali, in questi anni, hanno saputo definire con maggiore personalità.

Stefano Coccia