Criminale, Musicale, Recensione

COTTON CLUB

TRAMA

Harlem, 1928: un trombettista salva la vita all’Olandese, temuto gangster che lo ingaggia per tenere compagnia alla sua ragazza. Quest’ultima s’invaghisce di lui.

RECENSIONI

Opera voluta dal produttore Robert Evans che contiene due film in uno: gangster anni trenta, che ci riporta ai toni del Padrino (il soggetto è sempre di Mario Puzo) e film musicale nel Cotton Club, locale di lusso per bianchi dove si esibivano i neri. Quest'ultimo prende il sopravvento, fattore ben testimoniato dalla chiusura in cui realtà e sua messinscena si confondono magnificamente, con un finale a ritmo di tip-tap da antologia. Opera raffinata per coralità, scenografie, costumi di Milena Caponero, fotografia espressiva, ricostruzione di un’epoca di fasti pronta a scomparire con la crisi economica (1929), ricchezza di dettagli ed episodi significativi. Accostamento magistrale di diversi registri/generi, fra dramma, commedia, film sentimentale, analisi sociale e criminale.