TRAMA
Uscito negli anni ‘30 dalla penna di Robert E. Howard, Conan è un guerriero di un’epoca senza tempo, sorta di siderale passato “parallelo” tipico dell’immaginario Fantasy. Nel film, si adopera per vendicare l’uccisione dei suoi genitori da parte di uno spietato re-mago-stregone-tiranno.
RECENSIONI
E’ tra le più note delle pellicole dirette da Milius, diede il “la” alla carriera di Schwarzy e al suo duello all’ultimo deltoide con Sly, mantiene un qual certo appeal nonostante l’incedere dell’età, da anni si vocifera di un seguito “ufficiale” diretto ancora da Milius (e si tratta di un “atteso seguito”), eppure Conan il Barbaro è un film davvero bruttino e a tratti noiosissimo. Decisamente infantile a livello di sceneggiatura e dialoghi, vagamente ridicolo e goffo quando cerca l’ampio respiro dell’epica, Conan è anche ammorbato dal delaurentiis-mo imperante che lo contraddistingue e che lo rende serieB camuffata da serieA: scenografie in cartapesta e polistirolo espanso, guerriere col fard e i capelli cotonati, spadoni e scudi comprati alla Standa, costumi da carnevale di Viareggio. Dispiace quasi ammetterlo, ma Conan è un po’ così e rivisto oggi, a livello plastico-figurativo, non si discosta molto dai serial tv à la Sheena et similia... invecchiato malissimo o nato vecchio? Peggio di Milius fece comunque Fleischer, tre anni dopo, con quel Conan il Distruttore che scadeva senza ritegno dalle parti di Maciste e delle sue improbabili valli. Nota finale mereghettiana: Oliver Stone è accreditato come co-sceneggiatore di Milius, il quale ha invece chiarito di aver “completamente riscritto” il copione di Stone che al momento di scrivere doveva essere “strafatto di qualche potentissimo acido” perché il suo lavoro, così com’era, era “assolutamente inutilizzabile e privo di qualunque tipo di senso”. (Il virgolettato è uscito in inglese dalla viva voce di John Milius ed è stato udito dalle vive orecchie del sottoscritto al Torino Film Festival).