Azione, Recensione

CON AIR

Titolo OriginaleCon Air
NazioneU.S.A.
Anno Produzione1997
Genere
Durata115'

TRAMA

Proprio il giorno che, scontata la pena, sta per riunirsi ai suoi cari, Cameron Poe si ritrova su di un aereo carcerario (Convicted Air) in mano ai criminali.

RECENSIONI

Il produttore Jerry Bruckheimer (The Rock) ripropone la sua formula adrenalinica (tre montatori…) di azione/violenza/humour ed esplosioni spettacolari, facendo esordire il mago degli spot Simon West (suo il mitico “Disco Inferno” con le formiche della birra Bud): c’è poco da scommettere sulla carriera futura di quest’ultimo, è il solito tecnocrate senz’anima. La partenza, grossolana e telegrafica, è desolante: fra vari personaggi da fumetto, quello di Nicolas Cage è una mezza via fra lo Steven Seagal di Trappola in Alto Mare (il cuoco infiltrato contro i cattivi terroristi) e l’eroe incompreso dal cuore tenero di Rambo (casalinga sottotraccia sentimentale: una figlia mai vista, la dolce Monica Potter come moglie); per non parlare dei ridicoli dialoghi della sceneggiatura. Per un po’, a risollevare le sorti del dramma carcerario mixato al catastrofico, ci pensano attori del calibro di John Malkovich (un grande, lucido malvagio), Colm Meaney (pro-giustizia sommaria, opposto al progressista John Cusack) e Steve Buscemi (serial killer analista degli istinti violenti). A sorpresa, poi, la tensione cresce in modo esponenziale ed esplode in un finale pirotecnico dove, con mania d’onnipotenza spettacolare, il velivolo a grandezza naturale si schianta in una Las Vegas ricostruita in studio. Fa anche capolino una più congeniale autoironia (sempre a braccetto con la violenza estrema): le gag del sasso, dell’auto in volo e del braccio penzoloni dello stupratore sono gustose e salvano il tutto in corner. Anche lo sceneggiatore (Scott Rosenberg) si riscatta con uno splendido tocco di classe, rivelando, sottotono, il lato umano del carattere di Buscemi, uno psicopatico cui mancava solo un capitolo dell'infanzia: i devianti vanno recuperati, non sterminati. È abbastanza ipocrita, allora, la scelta degli autori di non far vedere neanche una vittima fra i civili, per non entrare in conflitto con la scelta di non abbattere l’aereo.