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TRAMA
Gli zombi hanno fame. I nonnetti di una casa di riposo non hanno nessuna intenzione di essere il loro pranzo. E nemmeno un gruppo di inetti criminali.
RECENSIONI
Li abbiamo visti davvero in tutte le salse: lenti (in principio fu Romero), velocissimi (la rivitalizzazione operata da Danny Boyle), innamorati (Warm Bodies), comici (Io zombo, tu zombi, lei zomba), da PlayStation (la saga Resident Evil), parodistici (Benvenuti a Zombieland), seriali (The Walking Dead), addirittura cubani (limminente Juan of the Dead). Qui siamo dalle parti de Lalba dei morti dementi, sia per la comicità degli sviluppi che per lambientazione inglese (i cockneys del titolo originale sono gli abitanti dell'East End londinese, famosi per il loro dialetto poco comprensibile e le frequenti parolacce).
Il titolo è già una dichiarazione dintenti perché il film è sostanzialmente basato solo sulla lotta allultimo sangue tra i cockneys e gli zombi. Poco importa come si arrivi allo scontro, ciò che conta è la serie pressoché infinita di gag nate dal confronto tra la rozzezza dei primi e la determinazione dei secondi. Davvero poche le sorprese al riguardo, nonostante un abbozzo di trama non particolarmente trascinante che vede contrapporre agli zombi, da una parte i vecchietti di un ospizio, dallaltra un gruppetto male assemblato di scalcagnati che tenta di rapinare maldestramente una banca. Il malloppo serve per una buona causa: salvare la casa di cura, a breve rasa al suolo per una speculazione edilizia, in cui si trova il nonno di uno del gruppo. Ovviamente la stessa casa di cura in cui gli anziani oppongono una strenua resistenza ai morti viventi.
Ottimi gli effetti speciali, con un trionfo dello splatter, divertenti, anche se piuttosto ripetitive, le situazioni proposte, con qualche colpo ad effetto politicamente scorretto (il pupetto zombizzato scagliato contro il muro) e numerosi i momenti comici, alcuni irresistibili (il nonnino con deambulatore inseguito da uno zombi, lo zombi che addenta quella che pensa sia una gamba ma che scopre invece essere una protesi). Oltre all’affiancamento di gag, però, il film non va. Ciò che manca è soprattutto un protagonista forte e carismatico in grado di sobbarcarsi il peso, soprattutto narrativo, dell’azione. Non basta un Alan Ford scatenato e sopra le righe a reggere il film, gli altri personaggi sono figure caricaturali, senza spessore, o con poca personalità, perlomeno cinematografica. Per chi si accontenta, comunque, l’ora e mezza passa scoppiettante. Anche se difficilmente il film sarà in grado di coinvolgere chi non ha già deciso a priori di essere coinvolto.
