TRAMA
Un assistente attrezzista, sui set, combina un guaio dopo l’altro mentre una ragazza, che vorrebbe fare del cinema, si traveste da operaio.
RECENSIONI
Nell’anno in cui Charlie Chaplin, come autore, sembrava crescere di comica in comica, ormai artisticamente libero e regista di se stesso, ecco un prodotto invece esemplare di quella sua vena che sfornava anche prodotti in serie (è, in gran parte, il rifacimento di Charlot Attore, alias “His new job”, assai più riuscito), a scapito dell’inventiva e dell’affrancamento creativo. Un cesto di idee che Chaplin inserisce “solo” in uno dei tanti mestieri di Charlot su grande schermo con, a condimento, due oggetti che, in modo reiterato, provocano danni: in questo caso, la colonna e la botola (come la scala, quando faceva il commesso del banco dei pegni in Charlot Usuraio). Contiene, però, due scene che hanno fatto parlare del cortometraggio oltre i suoi meriti: la nota satirica con cui ritrae lo sciopero del cast tecnico, in protesta per un nonnulla, e la vena omosessuale, con Charlot che bacia Edna Purviance travestita ed è sorpreso dal suo principale che pare “offrirsi” al posto di lei. Conosciuto anche come Charlot Manovale, Charlot Operatore e Dietro lo Schermo.