CARTOLINA DA CANNES (14/05/2018) – Flash su Desrosière e Panos Cosmatos

Ancora Francia, stavolta al Certain regard.
In A genoux les gars di Antoine Desrosière il rapporto aperto tra due sorelle mette in luce il gergo, le abitudini sessuali e amorose della gioventù di oggi. Dialoghi fittissimi, linguaggio disinibito, rottura di luoghi comuni (le due ragazze delle banlieue sono di origine maghrebina). Ed esplicite, imprevedibilmente, persino le immagini.
Se il tono è farsesco, l’affermazione di indipendenza sessuale fuori dai ruoli tremendamente seria, come la messa al bando di tanti pregiudizi in materia. Coraggioso, con una protagonista (probabilmente) minorenne che parla di pompini con divertimento e ironia, e del sesso, con la disinvoltura che legittima qualsiasi desiderio. Girato in tre settimane, dopo un lavoro di prove durato mesi.

Alla Quinzaine si è visto invece Mandy di Panos Cosmatos, fiera pallosa del gore: prima parte limpidamente spossante (e sì che Starless dei King Crimson sui titoli iniziali ci aveva regalato brividi), seconda che vira in revenge e in cui Nicolas Cage perviene con perversa coscienza alla parodia della sua attorialità parodica (acrobazia). Interessante soprattutto per come estenua tutte i suoi spunti di stile (l’estetica anni 70, gli horror 80) e per il modo in cui suggerisce un doppio senso di lettura (che sia tutto un trip allucinogeno che cela, dietro la cortina del genere, la rappresentazione di un rapporto matrimoniale malato?), è un film in cui Cosmatos confina la narrazione ai margini, puntando al furore visionario di una messa in scena barocca, di lisergia asfissiante che si pregia dell’ultimo score di Jóhann Jóhannsson.