Recensione, Western

CAROVANA DI FUOCO

TRAMA

In libertà vigilata, Taw Jackson raduna una banda per fare un colpo grosso ai danni dell’odiato Pierce, che l’ha fatto rinchiudere e s’è impadronito del suo ranch. Il problema è che trasporta il suo oro in un vagone corazzato circondato da 33 pistoleri.

RECENSIONI

Dalla penna dello scrittore di romanzi western Clair Uffaker (Stella di Fuoco, Rio Conchos), una tipica commedia pistolera di Burt Kennedy, protégé di John Wayne sin dagli anni cinquanta, con umorismo tutto suo anche quando, come qui, non direttamente impegnato in sede di sceneggiatura. Quando non esagerava nella comicità, pur avendo dimostrato di saperci fare anche con registri del tutto tragici, Kennedy aveva un buon piglio in trame western dall’impianto tradizionale ma irrorate di sottile ironia, a volte arricchite con sapidi sottotesti allegorici. Non in questo caso, sempre che il carro da guerra, che in Italia diventa di fuoco senza essere carovana, non vada letto come arroganza del capitalismo selvaggio: si è di fronte al classico film con colpo grosso, che parte da basi banali (il tipico eroe alla John Wayne, in cerca di vendetta per un sopruso) forti di un’idea bizzarra (l’antesignano dei furgoni portavalori) e con un’articolazione della trama abile nel mantenere viva l’attenzione, con simpatiche situazioni e vene multietniche (Kirk Douglas che vive fra cinesi, i Kiowa in esodo, i messicani di Emilio Fernández). Notevole la messinscena dell’attacco alla diligenza, con finale beffardo a sorpresa. Ottimo uso del panavision.