Recensione, Western

CACCIATORI DI FRONTIERA

Titolo OriginaleThe Bounty Hunter
NazioneU.S.A.
Anno Produzione1954
Genere
Durata79'

TRAMA

Jim Kipp è un cacciatore di taglie: accetta di lavorare per l’agenzia governativa Pinkerton per acciuffare i tre rapinatori di un treno, di cui non si conoscono né volto né ubicazione. Le sue indagini lo portano in una cittadina dove, inviso a tutti, conosce la figlia di un dottore che sa più di quel che ammette.

RECENSIONI

Dopo Nevada Express, Winston Miller pennella ancora, ma con carboncino consunto, un soggetto western per André De Toth: ingredienti interessanti buttati al vento per grossolanità varie di sceneggiatura e, soprattutto (e spiace dirlo), per immane svogliatezza di regia. I titoli di testa hanno bisogno di spiegarci chi erano i ‘bounty hunter’ (cacciatori di taglie) perché, ai tempi, erano ancora (relativamente) una novità, ma non è questo il motivo di interesse del racconto, bensì l’idea di unire cinema western e di caccia con il giallo alla Agatha Christie, poiché il personaggio di Randolph Scott è impegnato in bluff e messinscene per far uscire allo scoperto i colpevoli. Winston Miller manca l’obiettivo di disegnare un protagonista convincente: presentato come solitario e spietato, dovrebbe, secondo convenzioni di genere con eroe positivo, rivelarsi piano piano tutt’altro, ma manca qualsiasi tipo di sviluppo, salvo qualche segno sfuggente su di un trauma infantile, peraltro successivamente (ambiguamente) negato. Peccato, perché sarebbe stato un carattere antesignano di eroi di frontiera “moderni”, alla Clint Eastwood: Miller, invece, risolve il dilemma etico (l’eroe mosso da principi non “sani”) in pochi battibecchi con la figlia del dottore, che non portano, per altro, a nulla. Allo stesso modo, non è colta dalla regia e ben coltivata dalla sceneggiatura l’ironica trovata di una città che odia il cacciatore di taglie e/perché ha la coscienza sporca. Il resto del disastro lo fa il solo De Toth, mettendo in scena sparatorie senza senso: ad esempio, per due volte tentano di uccidere l’eroe e, dopo lunga preparazione, sbagliano la mira; per due volte l’eroe intimorisce il cattivo di turno giocando a non colpirlo (?) con i proiettili, manco fosse al circo. Contribuisce alla confusione il doppiaggio italiano, che traduce bounty hunter prima con “cacciatore di frontiera”, per giustificare il titolo, in seguito con “cacciatore di uomini”. Girato in 3D, ma al cinema è arrivato solo bidimensionale.