TRAMA
Una giovane cameriera molla tutto per cercare a Los Angeles una vita più simile ai suoi desideri. Imbattendosi in un club burlesque capisce di aver trovato la sua strada.
RECENSIONI
Dopo l'esplosivo Moulin Rouge! che rilanciò il genere solo un decennio fa, dopo l'elegante e pluripremiato (nonché un po' sopravvalutato) Chicago, dopo il classico Il fantasma dell'Opera, il sottovalutato The Producers ed il sottotono Dreamgirls, passando per Romance and Cigarettes, l'universo del musical si orienta sul Burlesque, tanto di moda negli ultimissimi anni.
Il battesimo cinematografico del Burlesque coincide anche con l'esordio sul grande schermo di Christina Aguilera, che prova a cimentarsi come attrice-cantante-ballerina, e con il ritorno da attrice di Cher (ultima apparizione al cinema nel 2003 in Fratelli per la pelle).
La prima prova della Aguilera, quanto meno, non la copre di ridicolo - risultato non trascurabile se si pensa alla sorte di Britney Spears con Crossroads ed all'esito di Glitter con Mariah Carey (per non citare il flop Spicegirls). Pur non lasciando presagire un futuro da Eleonora Duse la Aguilera è abbastanza credibile come cameriera dell'Ohio con grandi aspirazioni ed un enorme talento nascosto e trova in questo film l'occasione giusta per far sentire la sua voce in cornice popolare ed accattivante.
Cher ritrova invece il cinema con un ruolo su misura per lei, facendo rammaricare per la lunga assenza in anni in cui il lifting le lasciava ancora un'espressività minima.
Ma tornando al Burlesque, è presto chiaro che a parte uno o due numeri tipici del genere (il balletto striptease e quello con espliciti riferimenti erotici in chiave comica), il film risulta poco intonato al vero spirito parodistico e sdrammatizzante.
La pellicola è piuttosto centrata sul sogno di periferia della classica ragazza stanca di marcire in un angolo sperduto di anonimato. In questo caso il sogno è l'affermazione artistica, nello spettacolo, e paillettes e palcoscenico sono insieme realizzazione di sé e riscatto.
Il modello è quindi standard, ma anche lo svolgimento è privo di originalità ed estremamente lineare, fino alla superficialità.
L'immancabile corollario amoroso alla vicenda principale è un romanzetto puerile con momentanei terzi incomodi ed indecisioni poco giustificate. La prevedibilità investe però tutti gli aspetti della storia e non manca nessuno degli ingredienti di rito: l'avversaria antipatica (ma che si redimerà alla fine, una volta sconfitta), l'uomo ricco e sbagliato che crede di poter comprare tutto a cui per un po' la protagonista dà corda, il bravo ragazzo affascinante con cui fatica a sbocciare l'idillio, il ricordo di un genitore perduto con cui si hanno conti in sospeso.
Inevitabile allora che la coppia più interessante sia quella Cher-Tucci, anche per maggior personalità degli interpreti. Gli scambi sono più vivaci, piagnucolii peregrini esclusi. Stanley Tucci, in un ruolo che ricorda da vicino quello de Il diavolo veste Prada, si sta consolidando (fin troppo) come supporto di lusso, elegante ed ironico, per donne forti e difficili.
Nell'insieme Burlesque non è il tipo di pellicola contro cui venga voglia di accanirsi. Ha numeri musicali discreti - del tutto privi della creatività di contaminazione di Moulin Rouge! - e l'intreccio si segue senza particolare noia, purché piaccia il genere, in una generale mediocritas condita da buonismo. Una favoletta vivace piena di musica per la quale il vero burlesque rappresenta soprattutto un pretesto.
Il brano pià emozionante è uno dei due interpretati da Cher, "You Haven’t Seen The Last Of Me ", vincitore del Golden Globe.
