
TRAMA
La Riffa: Il fratello organizza una lotteria fra i contadini della Bassa Padana e mette in premio lei, procacissima./ Le tentazioni del Dottor Antonio: Il dottor Antonio è un moralista militante, si batte in particolar modo contro l’ostentazione sessuale delle donne. Un gigantesco cartellone pubblicitario con una Anita Ekberg provocante viene piazzato proprio davanti casa sua./ Il lavoro: Un conte, sposato, è oggetto di scandalo dei giornali per i suoi rapporti con delle ragazze squillo. La moglie che lo manteneva decide di lasciarlo./ Renzo e Luciana: Due operai si sposano in segreto, perché la fabbrica accetta solo donne nubili. Convivono nella casa dei genitori di lei, senza mai un attimo di intimità.
RECENSIONI
La Riffa di Vittorio De Sica. Mentre la canzone in sottofondo non fa che recitare “Soldi, soldi, soldi”, Sophia Loren riempie, in tutti i sensi, quest’episodio boccaccesco (?) con il suo vestito rosso-passione e con un personaggio di popolana indigente e ignorante che si “vende” con noncuranza. Ennesimo ma poco riuscito sodalizio De Sica-Zavattini, dove satira e profondità critica hanno poca forza, ma con un formidabile universo di volti veraci non cine-genici.
Le tentazioni del Dottor Antonio di Federico Fellini. Mentre il protagonista fa la crociata contro l'immoralità, Fellini la fa contro il bigottismo che risale, necessariamente (?), ad una paranoia di stampo cattolico e ad un’ipocrisia di fondo da repressi. Il talento visionario e le invenzioni simboliche (abbastanza effettistiche, invero e, qua e là, con “allucinazioni” un po’ banali) rendono gustoso un episodio dai temi prevedibili e semplicistici, buono per una gag di cinque minuti.
Il lavoro di Luchino Visconti. Solo verso la parte finale, quando si manifesta l’idea/motore della sceneggiatura ispirata alla novella “Au bord du lit” di Maupassant, l’episodio si fa interessante e significativo, della serie “Il matrimonio borghese come prostituzione legalizzata”. Prima, come discorso sull’annoiata e vacua classe benestante, non ha nulla di speciale o arguto e, nelle sue caratterizzazioni (fatta eccezione per il personaggio di Romy Schneider), non lavora certo di fino. È un progetto che Visconti aveva già pronto (come soggetto) nel 1953, ma fu bloccato dalla censura.
Renzo e Luciana di Mario Monicelli. Buona l’ironia amara sciorinata in questo quadro sulla dura vita di una coppia di giovani operai, altrettanto infelice (un vero peccato) il modo in cui il tutto è indirizzato, organizzato e governato. Quello che non regge è l’apparato sentimentale, mal puntualizzato, poco valorizzato e convincente nelle sue dinamiche, sembra davvero solo un bozzetto. Questo primo episodio, al cinema, fu tagliato per ragioni di lunghezza.
